Una nuova era per la cura del cancro al polmone: l’impatto delle terapie a bersaglio molecolare

Il congresso ASCO 2024 ha evidenziato significativi progressi nelle terapie molecolari per il tumore al polmone, promettendo miglioramenti nella sopravvivenza e nella qualità della vita dei pazienti.
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La medicina di precisione in oncologia, con il suo focus su trattamenti personalizzati basati sulla genetica dei tumori, sta rivoluzionando la lotta contro il cancro al polmone. Presentato in occasione del recente congresso dell’American Society Of Medical Oncology (ASCO) a Chicago, l’impatto delle terapie a bersaglio molecolare ha dominato le discussioni, segnando un’era di speranza per i pazienti affetti da questa grave malattia.

La diagnostica avanzata e le sue sfide

La rilevazione di mutazioni specifiche, come EGFR e ALK, che si trovano in una piccola percentuale di tumori al polmone, è diventata un cardine nel processo di cura. Queste mutazioni, sebbene rare, sono indicative di una vulnerabilità del tumore che può essere sfruttata tramite terapie mirate. Tuttavia, la specializzazione richiesta in anatomia patologica per diagnosticare queste mutazioni sta diventando un campo sempre meno popolare tra i giovani medici, mettendo a rischio l’efficacia della diagnosi tempestiva.

Innovazioni terapeutiche e risultati promettenti

Il congresso ha messo in luce i risultati dello studio di fase III LAURA, che ha dimostrato l’efficacia dell’osimertinib, un inibitore di EGFR. Questo trattamento ha mostrato un miglioramento notevole nella sopravvivenza senza progressione della malattia in pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio 3, in cui l’osimertinib ha allungato la sopravvivenza senza progressione a 39,1 mesi rispetto ai 5,6 mesi del gruppo di controllo. Questi risultati sono particolarmente significativi perché aprono la strada a nuove modalità di trattamento per una fase della malattia che tradizionalmente presentava poche opzioni terapeutiche efficaci.

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Espansione dell’utilizzo di terapie esistenti

Il professore Giampaolo Tortora, leader nel campo dell’oncologia e direttore del Comprehensive Cancer Center di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, sottolinea l’importanza di adattare l’uso di farmaci noti a contesti clinici differenti. Studi come LAURA non solo confermano l’efficacia dei trattamenti esistenti in nuove configurazioni, ma estendono anche le possibilità di cura per i pazienti in stadi più avanzati della malattia.

Oltre la “terapia target”: l’approccio combinato

La ricerca in ambito oncologico sta anche esplorando l’efficacia di combinazioni di farmaci per migliorare ulteriormente i risultati terapeutici. Ad esempio, nello studio MARIPOSA, amivantamab e lazertinib sono stati utilizzati insieme per trattare pazienti con tumore del polmone avanzato EGFR-mutato. Questo approccio mira a coprire più bersagli molecolari contemporaneamente, riducendo le possibilità che il tumore sviluppi resistenza ai farmaci.

Il futuro della ricerca e le sfide della diagnostica

Mentre la profilazione molecolare dei tumori offre immense possibilità, essa dipende fortemente dalla disponibilità di tecniche diagnostiche avanzate e dall’expertise in anatomia patologica. Il professor Tortora lamenta la crescente disaffezione per questa specializzazione, cruciale per la corretta identificazione delle mutazioni bersaglio. Senza un adeguato supporto diagnostico, anche le terapie più avanzate rischiano di non essere applicate correttamente.

Biopsia liquida: verso una diagnostica più completa

Una delle più promettenti evoluzioni diagnostiche è la biopsia liquida, che consente di analizzare il DNA tumorale circolante nel sangue del paziente. Questa tecnica potrebbe superare alcuni dei limiti delle biopsie tradizionali, fornendo una visione più completa e dinamica del profilo genetico del tumore. Il professor Tortora sottolinea che, grazie alla biopsia liquida, i medici possono ottenere un quadro più preciso della malattia, facilitando la scelta e l’ottimizzazione delle terapie.

L’evoluzione delle terapie a bersaglio molecolare e delle tecniche diagnostiche rappresenta dunque un salto qualitativo nella lotta contro il tumore al polmone. Se da un lato la ricerca avanza rapidamente, dall’altro lato è essenziale garantire la formazione e l’interesse dei medici verso specializzazioni cruciali come l’anatomia patologica, per sostenere questo progresso. La collaborazione tra clinici, ricercatori e istituzioni sarà fondamentale per trasformare queste innovazioni in benefici concreti per i pazienti.

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