Un passo avanti nella lotta contro il tumore dell’endometrio: il vaccino del futuro

La scoperta del vaccino NOUS-209 offre nuove speranze nella cura e prevenzione del tumore dell’endometrio.
Da sinistra a destra Angelo Minucci, Elisa De Paolis, Francesco Fanfani Da sinistra a destra Angelo Minucci, Elisa De Paolis, Francesco Fanfani

Un importante passo avanti nella cura del tumore dell’endometrio arriva dal Policlinico Gemelli di Roma. Uno studio condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore ha identificato una serie di neo-antigeni tumorali, bersaglio ideale per lo sviluppo di un vaccino terapeutico, già in sperimentazione per altre forme tumorali. Il vaccino, chiamato NOUS-209, potrebbe presto essere testato anche su pazienti affette da questa patologia ginecologica.

Fattori di rischio e incidenza del tumore dell’endometrio

Ogni anno in Italia si registrano oltre 8.600 nuovi casi di tumore dell’endometrio, un dato in aumento a causa di fattori come l’obesità e l’invecchiamento della popolazione. Questo tumore, se diagnosticato precocemente, può essere trattato con successo, ma la sua incidenza crescente richiede nuove strategie di prevenzione e cura. Il vaccino NOUS-209 rappresenta una di queste promettenti soluzioni, agendo su specifiche alterazioni genetiche note come mismatch repair deficiency (MMRd).

Il ruolo dei neo-antigeni e la funzione del vaccino

Il mismatch repair è un meccanismo di correzione degli errori del DNA. Quando questo sistema non funziona correttamente, si accumulano mutazioni che favoriscono lo sviluppo di tumori. I neo-antigeni tumorali, derivati da queste mutazioni, possono diventare “bandierine” visibili al sistema immunitario, stimolando una risposta contro le cellule malate.

Innovazione e futuro della ricerca sul vaccino NOUS-209

Il vaccino, sviluppato dalla biotech Nouscom, è già in fase avanzata di studio per tumori del colon e dello stomaco. I risultati ottenuti al Gemelli indicano che potrebbe essere efficace anche contro il tumore dell’endometrio. “Il nostro studio – spiega la dottoressa Elisa De Paolisha permesso di identificare oltre 160 neo-antigeni condivisi tra diverse pazienti con tumore dell’endometrio avanzato. Questo apre la strada a sperimentazioni cliniche di fase I specifiche per questa patologia”.

Speranze anche per la sindrome di Lynch

Un altro aspetto interessante è l’uso del vaccino in contesti preventivi, come nel caso della sindrome di Lynch, una condizione ereditaria che aumenta il rischio di diversi tumori, compreso quello dell’endometrio. Per queste pazienti, che attualmente possono contare solo su una stretta sorveglianza e interventi chirurgici preventivi, il vaccino rappresenterebbe una svolta.

La collaborazione tra i ricercatori del Gemelli e la biotech Nouscom dimostra come l’integrazione tra ricerca scientifica e innovazione industriale possa produrre risultati significativi. Come sottolinea il professor Giovanni Scambia, “il nostro impegno è offrire cure sempre migliori, contribuendo al progresso della medicina e alla speranza di vita dei nostri pazienti”.

Nella foto: da sinistra a destra Angelo Minucci, Elisa De Paolis, Francesco Fanfani

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