I risultati emersi dalla St. Gallen International Breast Cancer Conference, tenutasi a Vienna il 14 marzo 2025, offrono nuove prospettive sul trattamento delle pazienti con tumore al seno in stadio precoce. Durante l’evento, sono stati presentati dati significativi riguardo all’impiego del test genomico Oncotype DX Breast Recurrence Score®, effettuato prima dell’intervento chirurgico. Questo approccio consente di accelerare l’inizio della terapia adiuvante, riducendo il disagio psicologico delle pazienti.
Il valore del test genomico pre-operatorio
Il test Oncotype DX, applicato su campioni di biopsia diagnostica (core biopsy), ha dimostrato di accorciare i tempi di attesa per l’avvio della terapia adiuvante. I risultati provengono da uno studio condotto nel Regno Unito, il quale ha coinvolto 341 pazienti provenienti da 17 centri. I dati indicano che l’esecuzione del test prima dell’intervento chirurgico ha ridotto di 8 giorni il tempo necessario per iniziare il trattamento adiuvante. Questo non solo rappresenta un miglioramento clinico, ma contribuisce anche a una diminuzione dei livelli di ansia e depressione tra le pazienti.
Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano, ha sottolineato l’importanza del test nel distinguere le pazienti che necessitano di chemioterapia da quelle che possono ricevere solo terapia ormonale. Tradizionalmente, il test veniva effettuato dopo l’intervento chirurgico, ma i risultati presentati a St. Gallen dimostrano come anticiparlo possa migliorare l’efficienza del sistema sanitario, consentendo un avvio più tempestivo della terapia.
Implicazioni per la pratica clinica in Italia
In Italia, esistono già iniziative simili a quelle presentate nel Regno Unito. Pruneri ha rivelato che è in fase di sviluppo un progetto che prevede l’anticipazione del test anche nei laboratori di anatomia patologica. Attualmente, il test genomico è rimborsato solo per i campioni operatori, ma ci sono discussioni in corso in Lombardia per modificare le normative. Queste modifiche potrebbero consentire alle Breast Unit di decidere se eseguire il test prima dell’intervento, a condizione che venga effettuato una sola volta per paziente.
Affidabilità e benefici del test Oncotype DX
Henry Cain, investigatore principale e chirurgo consulente al Royal Victoria Infirmary di Newcastle upon Tyne, ha evidenziato l’affidabilità del test su campioni di core biopsy, con un tasso di successo del 99,1%. I risultati ottenuti confermano che i punteggi di Recurrence Score sono altamente concordanti tra i campioni di biopsia e quelli chirurgici, indipendentemente dall’età della paziente o dal coinvolgimento linfonodale. Jennifer D., una paziente di Newcastle, ha condiviso la sua esperienza, affermando che conoscere il risultato del test prima della chirurgia avrebbe migliorato la sua tranquillità e fiducia.
Analisi economica e impatto sui risultati clinici
Un’analisi economica presentata durante il congresso ha evidenziato che il ritardo nell’adozione del test Oncotype DX nella pratica clinica porta a minori risparmi finanziari e influisce negativamente sui risultati per i pazienti. Utilizzando un modello decisionale analitico, è emerso che il test Oncotype DX offre risultati superiori a costi inferiori rispetto ad altri test genomici e all’approccio tradizionale. Questi risultati supportano l’integrazione del test nella pratica clinica, contribuendo a decisioni terapeutiche più informate e a un sistema sanitario più centrato sul paziente.
La presentazione dei risultati alla St. Gallen International Breast Cancer Conference segna un passo significativo verso l’ottimizzazione del trattamento del tumore al seno, ponendo l’accento sull’importanza di un approccio personalizzato e tempestivo per le pazienti.
