In occasione del summit annuale di Salutequità, attualmente in corso a Roma, emergono importanti considerazioni riguardo le sfide e le opportunità del Servizio Sanitario Nazionale . Le proposte presentate, che si articolano in sette punti chiave, puntano a migliorare il welfare sanitario italiano, compreso il fabbisogno economico e la capacità di risposta alle necessità dei cittadini. Il presidente di Salutequità, Tonino Aceti, ha evidenziato come destinare 136,5 miliardi di euro senza una strategia ben definita sia insufficiente per affrontare le attuali criticità.
La mancanza di una strategia di lungo periodo
Una delle principali problematiche segnalate dal summit è l’assenza di una visione strategica a lungo termine per il SSN. Secondo Aceti, nonostante l’assegnazione di circa 1 miliardo di euro per il miglioramento delle risorse del Piano Sanitario Nazionale, ci sono forti dubbi sull’efficacia di tali misure. L’ultimo Piano approvato risale al 2006 e l’aspettativa di un aggiornamento, annunciata dal ministro della Salute lo scorso anno, è rimasta inevasa. Aceti ha sottolineato l’importanza di avere una programmazione chiara per evitare che il SSN continui a essere finanziato senza una direzione precisa.
Il ritardo nel rinnovo del Piano Sanitario Nazionale implica che le priorità e gli obiettivi rimangano obsoleti, rendendo difficile l’implementazione di azioni efficaci. Se il Piano non viene aggiornato, si rischia di continuare a navigare in un contesto inadeguato e privo di risposta alle reali esigenze della popolazione, compromettendo così la qualità del servizio offerto. L’assenza di questo fondamento strategico si traduce in inefficienze e nell’incapacità di affrontare le sfide emergenti nel campo della salute.
Critiche al Patto per la Salute e alle misure per le liste di attesa
Un’altra criticità sollevata riguarda il Patto per la Salute, che al momento è fermo al 2021, impedendo così progressi significativi nelle politiche sanitarie. La mancanza di un accordo aggiornato sta ostacolando l’allocazione efficace delle risorse e la realizzazione di interventi mirati. Le Regioni, che dovrebbero ricevere un supporto adeguato, si trovano quindi in una situazione di incertezza e stallo, senza le linee guida necessarie per operare in modo ottimale.
In aggiunta, Aceti ha espresso dubbi sull’adeguatezza delle risorse destinate al contrasto delle liste d’attesa. Gli stanziamenti previsti, ossia 50 milioni di euro per il 2025 e 100 milioni per il 2026, potrebbero rivelarsi insufficienti se le Regioni non vengono valutate con parametri aggiornati. Attualmente, molte di esse risultano già adempienti su indicatori obsoleti, ciò rende problematico il monitoraggio reale delle performance dei servizi sanitari.
Il rischio è un diffuso accesso difficoltoso alle cure, complicato ulteriormente da sforzi insufficienti per rimuovere le disuguaglianze esistenti. Se non vengono introdotti criteri di valutazione più efficaci e tempestivi, i fondi non otterranno gli esiti desiderati per migliorare l’accesso e la qualità delle prestazioni sanitarie.
Le sfide legate ai Livelli Essenziali di Assistenza
Un altro aspetto critico emerso dal summit riguarda i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza . Secondo Aceti, i finanziamenti vincolati per l’aggiornamento dei LEA potrebbero non essere utilizzati adeguatamente, come già verificatosi in passato, quando l’entrata in vigore di nuove norme ha subito un ritardo di ben sette anni. Questa situazione mette in evidenza la necessità di monitorare e garantire un corretto utilizzo delle risorse destinate a garantire standard di assistenza sanitaria adeguati.
L’adeguamento dei LEA è fondamentale per assicurare che tutti i cittadini abbiano accesso a cure di qualità e servizi sanitari appropriati. Tuttavia, se gli investimenti non si traducono in miglioramenti tangibili, questo rischio di stagnazione rende difficile rimanere al passo con le esigenze sempre crescenti della popolazione.
Limitazioni nella legge di bilancio e innovazione terapeutica
Infine, le osservazioni riguardanti la legge di bilancio mettono in evidenza ulteriori ostacoli all’innovazione terapeutica. Secondo Aceti, c’è il pericolo che nuove valutazioni su innovazioni terapeutiche vengano escluse, limitando così l’accesso a farmaci e trattamenti che già hanno dimostrato la loro efficacia. Questa restrizione, seppur giustificata da esigenze di contenimento della spesa, potrebbe compromettere la salute di molti pazienti che necessitano di trattamenti aggiornati e moderni.
In sintesi, il summit di Salutequità offre uno spaccato significativo delle criticità attuali del Servizio Sanitario Nazionale, evidenziando la necessità di una strategia chiara e mirata per affrontare le sfide presenti e future. Le proposte avanzate potrebbero costituire un passo importante verso un sistema sanitario più efficace e rispondente ai bisogni dei cittadini, dando così un nuovo impulso alla salute pubblica nel Paese.