Ortopedici forniscono un decalogo per identificare e trattare il ‘colpo della strega’

Il 15 aprile 2025, la SIOT presenta dieci consigli per il riconoscimento e il trattamento del blocco lombare acuto, noto come ‘colpo della strega’.

Il 15 aprile 2025, un evento di grande rilevanza per la salute pubblica ha catturato l’attenzione degli esperti: il riconoscimento e il trattamento del blocco lombare acuto, noto più comunemente come ‘colpo della strega’. Questa condizione, che si manifesta all’improvviso e può causare un dolore intenso, limita significativamente la mobilità della schiena. Per affrontare questo problema, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) ha elaborato un decalogo di consigli utili per la popolazione.

La patologia e la sua diffusione

Il blocco lombare acuto è una patologia frequente, come spiegato da Pietro Randelli, professore ordinario di Ortopedia presso l’Università degli Studi di Milano e presidente della SIOT. La maggior parte delle persone nel corso della vita sperimenta almeno un episodio di lombalgia. Il trattamento iniziale è solitamente di competenza del medico di medicina generale, che consiglia riposo e farmaci antidolorifici, con buone probabilità di risoluzione dei sintomi. Solo nei casi in cui il dolore persista o si riscontrino patologie più gravi, è necessario l’intervento di un ortopedico.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il mal di schiena rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello globale. I dati indicano che oltre 600 milioni di persone nel mondo hanno sperimentato almeno un episodio di dolore lombare nell’ultimo anno. In Italia, il problema è altrettanto significativo: l’INAIL segnala che il mal di schiena è uno dei disturbi più trascurati, con un impatto notevole sulle assenze lavorative.

Dieci consigli per affrontare il colpo della strega

La SIOT ha delineato dieci punti fondamentali per la gestione della lombalgia. Il primo suggerimento è che la maggior parte dei casi può essere trattata dal medico di medicina generale, con un approccio conservativo che include riposo e farmaci per ridurre l’infiammazione. In caso di sintomi persistenti, si raccomanda di effettuare accertamenti diagnostici come radiografie o risonanze magnetiche.

È importante notare che le lombalgie possono derivare da diverse cause, non tutte legate alla colonna vertebrale. Alcuni disturbi interni, come le coliche renali, possono manifestarsi con sintomi simili. Altri fattori di rischio includono sedentarietà, sovrappeso e sforzi eccessivi, che possono aumentare la probabilità di sviluppare lombalgia.

Inoltre, i giovani e gli adolescenti non devono essere trascurati: la lombalgia in queste fasce d’età richiede una valutazione ortopedica per escludere patologie trattabili precocemente. Per gli anziani, è fondamentale considerare la possibilità di fratture vertebrali legate all’osteoporosi in caso di cadute.

Trattamenti e interventi chirurgici

Il decalogo della SIOT evidenzia l’importanza della fisioterapia nel trattamento della lombalgia, che deve essere avviata solo dopo una diagnosi medica. È consigliabile attendere la fase acuta del dolore prima di intraprendere il percorso riabilitativo. L’uso di busti ortopedici può essere indicato per modificare la postura e alleviare il carico sulla colonna vertebrale, ma deve essere utilizzato con cautela.

In generale, il trattamento conservativo è efficace per la maggior parte dei pazienti. Tuttavia, alcuni casi possono richiedere un intervento chirurgico per affrontare la causa del dolore, come nel caso di ernie del disco o stenosi del canale spinale. Affidarsi a chirurghi esperti e qualificati è fondamentale per garantire un miglioramento della lombalgia e un recupero ottimale della funzionalità della colonna vertebrale.

La gestione del colpo della strega richiede attenzione e competenza, sia da parte dei medici che dei pazienti, per affrontare efficacemente questa comune ma debilitante condizione.

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