Obesità, infertilità e denatalità: la scoperta dell’università di Padova apre nuove prospettive

Gli agonisti del glp-1, farmaci anti-diabete, mostrano benefici non solo sul peso ma anche sulla fertilità maschile. La scoperta dell’università di Padova.
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Padova – L’obesità, una delle principali sfide di salute pubblica in Italia, non influisce solo sul metabolismo e sulla salute generale, ma ha un impatto significativo sulla fertilità maschile. Uno studio innovativo condotto dall’Università di Padova ha rivelato che i cosiddetti “agonisti del recettore del GLP-1”, farmaci già utilizzati per il trattamento del diabete, non solo favoriscono una perdita di peso del 15-20% nei soggetti obesi, ma migliorano anche la motilità degli spermatozoi, aprendo nuove prospettive terapeutiche per i pazienti infertili.

Obesità e infertilità maschile: un problema crescente

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 47,6% degli italiani è sovrappeso o obeso, con percentuali allarmanti anche tra i bambini. L’obesità contribuisce significativamente all’infertilità maschile, causando:

  • Squilibri ormonali, che alterano la spermatogenesi.
  • Infiammazione cronica, dannosa per le cellule del testicolo.
  • Stress ossidativo, che compromette la qualità degli spermatozoi.
  • Aumento della temperatura scrotale, che danneggia la produzione di spermatozoi.

Questi fattori non solo aumentano il rischio di infertilità, ma si inseriscono in un contesto di grave denatalità. Nel 2023, l’Italia ha registrato solo 379.000 nascite, segnando un nuovo record negativo con un calo del 34% rispetto al 2008 (dati ISTAT).

Una scoperta rivoluzionaria: gli agonisti del GLP-1

Durante il XXXIX Convegno di Endocrinologia e Medicina della Riproduzione, svoltosi presso l’Università di Padova, il professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta ETS, ha presentato i risultati di una ricerca che mostra come i farmaci agonisti del GLP-1 possano migliorare la motilità degli spermatozoi.

“Il recettore del GLP-1 non è presente solo negli organi metabolici, ma anche a livello dei testicoli e degli spermatozoi,” spiega Foresta. “Stimolando questo recettore, abbiamo osservato un significativo aumento della motilità spermatica, grazie a una riduzione del colesterolo di membrana, noto nemico degli spermatozoi.”

I risultati, ottenuti attraverso esperimenti in vitro, aprono nuove prospettive per trattare l’infertilità maschile nei pazienti obesi, integrando i benefici metabolici con il miglioramento della salute riproduttiva.

Un convegno tra denatalità e innovazione

Il convegno, dal titolo “La denatalità e la sessualità tra ambiente e aging”, ha riunito esperti di medicina, biologia e statistica presso la storica Aula Magna del Palazzo del Bo di Padova. Durante l’evento, ginecologi, andrologi, endocrinologi e biologi hanno discusso dei molteplici fattori che influenzano la denatalità e delle possibili soluzioni.

Il professor Alberto Ferlin e il professor Andrea Di Nisio, co-autori dello studio, hanno evidenziato come l’uso innovativo degli agonisti del GLP-1 rappresenti un’opportunità unica per affrontare il problema della denatalità, combinando strategie farmacologiche con interventi educativi e stili di vita sani.

Un approccio multidisciplinare per la gestione dell’obesità

“L’attenzione alle complicanze dell’obesità, inclusa l’infertilità maschile, sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare,” conclude Foresta. Questo approccio integra interventi farmacologici con prevenzione, educazione sanitaria e cambiamenti nello stile di vita, offrendo una soluzione completa per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Con il progresso della ricerca, farmaci come gli agonisti del GLP-1 potrebbero diventare uno strumento fondamentale nella lotta contro l’obesità e l’infertilità, contribuendo a contrastare la crisi demografica che sta colpendo l’Italia.

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