L’obesità è ormai riconosciuta come una delle principali emergenze sanitarie a livello globale. Non solo comporta enormi costi sociali ed economici, ma ha anche effetti devastanti sulla salute, essendo associata a malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumori, e altre gravi patologie. Riconoscerla come malattia cronica e includerla nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è oggi una necessità urgente, come sottolineato dagli esperti intervenuti al convegno “Rischio cardiovascolare. Lotta all’obesità”, organizzato da Motore Sanità a Roma.
Cause e fattori di rischio dell’obesità
L’obesità deriva da una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Il crescente aumento dell’obesità, soprattutto nei Paesi a medio-alto reddito, è legato a stili di vita sedentari, cattive abitudini alimentari e un ambiente che favorisce l’accumulo di peso. A ciò si aggiungono fattori genetici e metabolici che rendono alcune persone più predisposte a sviluppare obesità rispetto ad altre.
Entro il 2035, si stima che metà della popolazione mondiale potrebbe soffrire di obesità o sovrappeso, una condizione che rappresenta un grave rischio per la salute pubblica. In Italia, circa 25 milioni di persone sono obese o sovrappeso, e ogni anno questa condizione provoca circa 57mila decessi.
Sintomi e segnali di allarme
L’obesità è una condizione cronica che può causare una serie di sintomi, tra cui affaticamento, difficoltà respiratorie, dolori articolari e una qualità della vita ridotta. Tuttavia, i problemi più gravi derivano dalle complicanze a lungo termine, come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, e le apnee notturne. Il professor Pasquale Perrone Filardi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia, ha evidenziato come l’obesità sia strettamente correlata a patologie ischemiche, aritmiche e allo scompenso cardiaco.
Prevenzione e trattamenti
La prevenzione dell’obesità inizia con l’adozione di uno stile di vita sano. Questo include una dieta equilibrata, attività fisica regolare e l’educazione fin dall’infanzia. Gli esperti concordano sull’importanza di un’educazione precoce, iniziando dalla scuola, per promuovere abitudini alimentari corrette e incoraggiare l’attività fisica.
Oltre alle misure preventive, l’innovazione terapeutica sta offrendo nuove opzioni di trattamento per le persone obese. I nuovi farmaci, che hanno dimostrato di ridurre il peso corporeo fino al 20%, rappresentano una risorsa importante nella lotta all’obesità. Tuttavia, per ottenere risultati efficaci, è essenziale un approccio multidisciplinare che coinvolga dietologi, medici, infermieri e psicologi, come sottolineato da Riccardo Candido, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi.
Lotta all’obesità, consigli pratici
- Seguire una dieta bilanciata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali.
- Praticare regolarmente attività fisica, come camminare o correre almeno 30 minuti al giorno.
- Monitorare il proprio peso e la propria alimentazione, tenendo sotto controllo l’apporto calorico.
- Sottoporsi a controlli medici regolari per verificare il rischio di complicanze legate all’obesità.
- Coinvolgere i bambini e i ragazzi in attività fisiche divertenti per promuovere uno stile di vita attivo fin dalla giovane età.
La lotta all’obesità è una priorità che richiede un impegno collettivo. Investire nella prevenzione e nella cura dell’obesità non solo riduce i costi sanitari, ma migliora anche la qualità della vita di milioni di persone.
È necessario un cambiamento culturale che promuova una vita sana, con alimentazione corretta e attività fisica regolare, supportato da interventi terapeutici mirati e dall’adozione di politiche sanitarie adeguate. Riconoscere l’obesità come una malattia cronica e includerla nei LEA rappresenta un passo fondamentale per garantire una cura efficace e un futuro più sano per tutti.
Credit ph: immagine realizzata con l’ausilio dell’IA
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