La Commissione europea ha deciso di sanzionare la casa farmaceutica Teva con una multa di 462 milioni di euro per l’abuso del sistema di brevetti legato al farmaco Copaxone, impiegato nella cura della sclerosi multipla. Questa decisione segna un importante intervento dell’autorità antitrust europea, accendendo i riflettori sulle pratiche commerciali dei giganti del settore farmaceutico e sull’impatto di tali comportamenti sui mercati europei.
L’abuso di posizione dominante di Teva
L’autorità antitrust dell’Unione Europea ha comunicato che la condotta di Teva ha avuto luogo in diversi stati membri, tra cui Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. In particolare, l’azienda ha cercato di mantenere l’esclusività sul mercato per il glatiramer acetato, il principio attivo contenuto in Copaxone, prolungando artificialmente la protezione del proprio brevetto. La Commissione ha rilevato come questa manovra non solo ostacolasse i rivali ma avesse anche potuto impedire una critica riduzione dei prezzi per i pazienti e i sistemi sanitari.
Il farmaco Copaxone ha goduto di un brevetto valido fino al 2015 e, quando il termine di protezione si avvicinava alla scadenza, Teva ha fatto uso improprio delle procedure dell’Ufficio europeo dei brevetti per implementare brevetti divisionali. Questa strategia è stata identificata come un tentativo deliberato di mantenere un monopolio di mercato più a lungo possibile, nuocendo alle aziende concorrenti pronte a lanciare alternative.
Campagna denigratoria contro i concorrenti
Oltre a manovre legate ai brevetti, Teva ha condotto una campagna sistematica per denigrare un medicinale concorrente anch’esso a base di glatiramer acetato e approvato dalle autorità sanitarie. Questa campagna ha incluso la diffusione di informazioni fuorvianti riguardanti la sicurezza e l’efficacia del farmaco concorrente, creando così confusione tra i medici e i pazienti. Tali pratiche, secondo Bruxelles, hanno avuto un effetto dissuasivo sull’adozione del medicinale alternativo, rallentando l’ingresso di opzioni più economiche per i pazienti.
La Commissione europea ha definito questo comportamento come una violazione grave delle norme antitrust. È emblematico che questa sia la prima volta che un’autorità di regolazione impone sanzioni per pratiche legate all’abuso dei brevetti e alla campagna denigratoria, sottolineando l’importanza di un mercato farmaceutico competitivo e giusto.
Impatto sui prezzi e sui sistemi sanitari
La risposta della Commissione si è concentrata anche sull’impatto economico della condotta di Teva. Bruxelles ha evidenziato che le pratiche della multinazionale potrebbero aver avuto conseguenze significative sui bilanci delle sanità pubbliche, in quanto hanno ostacolato la riduzione dei prezzi. Un aspetto cruciale emerso dall’indagine è che, una volta che il farmaco concorrente è riuscito finalmente ad entrare nel mercato, i prezzi sono scesi fino all’80%. Questo abbattimento avrebbe portato risparmi importanti per i sistemi sanitari dei vari paesi coinvolti.
Il valore della multa di 462,6 milioni di euro è stato stabilito tenendo presente la gravità delle violazioni e la loro durata, che varia da 4 a 9 anni a seconda del mercato. L’ammontare della sanzione è stato considerato proporzionato e necessario per garantire un effetto deterrente nei confronti di future infrazioni da parte di Teva e di altre case farmaceutiche, segnando un passo significativo nella lotta dell’Unione Europea contro le pratiche anticoncorrenziali nel settore della salute.