Medicina: al San Camillo di Roma eseguita una rara procedura Tavi in Tavi

L’ospedale San Camillo di Roma esegue il primo intervento al mondo di Tavi in Tavi su una paziente con sindrome di Morquio, segnando un traguardo nella cardiologia.

Il 31 marzo 2025, l’ospedale San Camillo di Roma ha raggiunto un traguardo straordinario nel campo della cardiologia con un intervento innovativo. I medici hanno eseguito il “primo intervento al mondo di Tavi in Tavi” su una paziente affetta dalla rarissima sindrome di Morquio. Questo procedimento ha comportato l’impianto di una nuova bioprotesi aortica attraverso l’arteria femorale, all’interno di una protesi aortica già esistente e danneggiata. L’azienda ospedaliera ha dichiarato che si tratta della prima volta documentata in letteratura scientifica.

L’operazione, eseguita dai cardiologi Francesco De Felice e Diana Chin, è stata considerata “l’unica opzione terapeutica valida per garantire la sopravvivenza della paziente”. L’intervento si è svolto senza complicazioni, dimostrando l’abilità e la preparazione del team medico coinvolto.

La sindrome di Morquio e le sue complicanze

La sindrome di Morquio, nota anche come mucopolisaccaridosi di tipo IV, è una malattia genetica rara con un’incidenza di un caso ogni 300.000 persone. Questa condizione provoca l’accumulo di zuccheri complessi nel corpo, causando gravi problemi muscoloscheletrici e compromettendo il funzionamento di organi vitali, tra cui cuore e polmoni. La paziente, di 53 anni, aveva già subito diversi interventi ortopedici e nel 2017 era stata trattata con una prima procedura di Tavi per affrontare un grave restringimento dell’aorta. Un peggioramento della sua condizione nel 2023 aveva richiesto un ulteriore intervento di valvuloplastica aortica.

Recentemente, la donna si era presentata al Pronto soccorso del San Camillo con un scompenso cardiaco acuto. La cardiologa Vania Chianta ha effettuato una diagnosi ecocardiografica, rilevando una disfunzione della protesi valvolare aortica, con stenosi severa e insufficienza cardiaca. Dopo aver stabilizzato il suo stato, l’équipe di Radiologia, sotto la direzione di Vitaliano Buffa, ha confermato la fattibilità di un intervento Tavi in Tavi.

L’intervento e il team medico

L’intervento è stato condotto da De Felice e Chin, appartenenti alla UOS di Cardiologia interventistica, sotto la supervisione della UOC di Cardiologia guidata da Domenico Gabrielli. Il supporto anestesiologico è stato fornito dalla UOC di Cardioanestesia, diretta da Elio D’Avino. Per minimizzare i rischi, i chirurghi hanno optato per un accesso transfemorale in anestesia locale, monitorato costantemente da Davide Cristofani. Il personale infermieristico e tecnico, tra cui Dario Lolli, Diego Roviti, Mauro Ruscito e Sabrina Saraceni, ha giocato un ruolo cruciale nell’esito positivo della procedura.

Dopo l’intervento, la paziente è stata seguita dall’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) fino alla dimissione, avvenuta in pochi giorni.

Complessità e innovazione nella cardiologia

Sebbene la sostituzione percutanea della valvola aortica stia diventando una pratica sempre più comune, gli interventi di Tavi in Tavi rimangono rari e complessi, richiedendo competenze tecniche elevate e una pianificazione dettagliata. De Felice ha sottolineato che il successo di questo intervento dimostra l’importanza di un approccio multidisciplinare, che coinvolge professionisti altamente specializzati e una direzione strategica aziendale attenta alle necessità dei pazienti e degli operatori sanitari. Questo risultato posiziona l’ospedale San Camillo Forlanini come un centro d’eccellenza nella fornitura di cure innovative e appropriate.

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