L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di contagio e ricoveri per Covid-19 in provincia di Varese

Uno studio dell’Università dell’Insubria rivela che l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di contagio e ricoveri da Covid-19, evidenziando la necessità di politiche sanitarie e ambientali mirate.
L'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di contagio e ricoveri per Covid-19 in provincia di Varese - Salutextutti.it

L’esposizione all’inquinamento atmosferico si dimostra un fattore di rischio significativo per la salute pubblica, soprattutto in un periodo di pandemia. Un nuovo studio condotto dal Centro ricerche in epidemiologia e medicina preventiva dell’Università dell’Insubria ha evidenziato come i veleni nell’aria abbiano effetti deleteri non solo sulla qualità dell’aria, ma anche sulla salute dei cittadini, aumentando le probabilità di contagio da Covid-19 e la necessità di ricoveri. Questa ricerca, che ha interessato la provincia di Varese, fornisce nuove informazioni dirette a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità locali riguardo all’importanza di combattere l’inquinamento.

Un’analisi approfondita dell’impatto dell’inquinamento

Lo studio ha analizzato i dati relativi a 709.864 persone residenti nella provincia di Varese durante il 2020. Grazie a un’approfondita raccolta di informazioni fornite dall’Osservatorio epidemiologico di Regione Lombardia e altre istituzioni, i ricercatori sono riusciti a correlare i tassi di contagio e di ricoveri con i livelli di inquinamento atmosferico. Gli scienziati hanno rilevato che ogni incremento di 3,5 microgrammi per metro cubo di particolato atmosferico è legato a un aumento del 12% nel tasso di infezione, del 18% nel rischio di ospedalizzazione e del 13% nei ricoveri in terapia intensiva. Questo significativo aumento allerta sulla vulnerabilità delle zone urbane, dove i livelli di inquinamento tendono a essere più elevati.

Questa analisi è un aggiornamento di un precedente lavoro del 2022, che si concentrava sulla sola città di Varese, e rivela un quadro più complesso: la provincia presenta un gradiente di inquinamento che varia da nord a sud, e questo è un elemento cruciale per interpretare i dati. “Le differenze tra l’area urbana e quelle rurali influenzano notevolmente i tassi di contagio e ricovero,” suggeriscono i ricercatori.

Effetti combinati dei vari inquinanti atmosferici

Una delle scoperte fondamentali del lavoro è l’evidenza di effetti sinergici tra diversi inquinanti atmosferici. Giovanni Veronesi, professore di Statistica medica dell’Insubria e primo autore dello studio, ha sottolineato come l’interazione tra particolato atmosferico e biossido di azoto giochi un ruolo importante nel determinare l’aumento di contagio e di ricoveri legati alla pandemia. Ciò significa che le città con alti livelli di questi inquinanti sono particolarmente vulnerabili, con stime che suggeriscono un aumento significativo di infezioni e ricoveri. L’evidenza di un rapporto diretto tra inquinamento e salute pubblica offre una strada importante per la definizione delle politiche sanitarie locali.

Inoltre, i ricercatori hanno trovato che l’ozono rappresenta un ulteriore fattore di rischio complementare, aumentando il numero di casi di Covid-19 nelle aree con livelli particolarmente alti di particolato atmosferico. Questo quadro complesso mette in luce la grave situazione sanitaria di molte aree urbane, dove la miscelazione di inquinanti complica ulteriormente la lotta contro il virus.

Raccomandazioni per la salute pubblica e l’ambiente

I risultati dello studio hanno importanti implicazioni per le politiche sanitarie e ambientali locali. Secondo Marco Ferrario, professore senior dell’Insubria e co-autore della ricerca, è fondamentale identificare le aree ad alto rischio, come il sud della provincia di Varese, per stabilire interventi mirati e prioritarie strategie per contenere l’esposizione agli agenti inquinanti.

L’impatto di questa ricerca potrebbe tradursi in misure pratiche alle autorità locali, incluse campagne di informazione e programmi di vaccinazione mirati per i gruppi più vulnerabili, come le persone anziane, che potrebbero avere una risposta immunitaria più debole a causa dell’inquinamento. La relazione tra inquinamento atmosferico e risposta immunitaria post-vaccinazione è stata invece oggetto di un altro studio condotto dal team Epimed, evidenziando che l’esposizione a particolato atmosferico fine influenza negativamente la risposta a vaccini anti-Covid.

Investire in politiche ambientali più sostenibili non solo aiuterà a migliorare la qualità dell’aria, ma avrà anche un impatto positivo sulla salute pubblica, riducendo così il carico sulle strutture sanitarie, già messe a dura prova dalla pandemia.

In questo contesto, l’intercooperazione tra i diversi settori della sanità pubblica e dell’ambiente non è mai stata così cruciale. Solo attraverso un’azione concertata sarà possibile mitigare gli effetti collaterali dell’inquinamento e garantire un futuro più sano per i cittadini di Varese e non solo.

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