La tragica morte di un neonato per pertosse riaccende il dibattito sulla vaccinazione in Italia

La tragica morte di un neonato per pertosse in Italia evidenzia l’urgenza di una vaccinazione prenatale adeguata, mentre i casi di malattia aumentano allarmantemente nel paese e in Europa.
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La recente scomparsa di un neonato di soli 24 giorni a causa di pertosse ha sollevato un’ondata di preoccupazione e riflessione all’interno della comunità medica italiana. Il piccolo, originario di Montebelluna, in provincia di Treviso, è deceduto nei reparti dell’ospedale di Padova, riportando in superficie il tema cruciale della necessità di una vaccinazione adeguata e tempestiva durante la gravidanza. Medici e specialisti, come Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, hanno espresso forte preoccupazione per tale evento, sottolineando l’importanza della prevenzione attraverso i vaccini.

La pertosse: una malattia insidiosa e prevenibile

La pertosse è una malattia infettiva respiratoria altamente contagiosa, particolarmente pericolosa per i neonati e i lattanti. In maniera drammatica, la sindrome può causare gravi complicazioni respiratorie o addirittura la morte nei casi più estremi. In questo contesto, Matteo Bassetti ha dichiarato che “la pertosse è prevenibile al 100%”. Attraverso il vaccino, è possibile fermare la diffusione di questo virus e proteggere i neonati fin dai primi mesi di vita. Esistono due fasi fondamentali per la vaccinazione: il vaccino somministrato nel primo anno di vita e il vaccino prenatale per le madri in gravidanza, che trasferisce gli anticorpi al feto, garantendo una certa immunità al neonato.

La mancanza di vaccinazione durante la gravidanza è stata identificata come un fattore chiave nel caso di Rocco, il piccolo deceduto. Infatti, secondo le informazioni raccolte, si è appreso che la madre del neonato non aveva ricevuto la vaccinazione anti-pertosse, raccomandata dalle autorità sanitarie da molti anni. Questo fattore ha inevitabilmente aumentato il rischio di contrarre la malattia per il neonato, evidenziando l’importanza della sensibilizzazione e dell’informazione per le donne in gravidanza.

Dati allarmanti: la recrudescenza della pertosse in Italia

I dati delle statistiche sanitarie non lasciano spazio a dubbi: nel primo semestre del 2024, si sono registrati 110 casi di pertosse all’interno del territorio italiano, con ben 15 ricoveri in terapia intensiva e tre neonati deceduti. Queste informazioni sono state fornite dallo stesso Bassetti, che ha riportato anche il contributo della Società italiana di pediatria nel monitoraggio della situazione. La crescita dei casi è allarmante e mette in evidenza la necessità di un’azione coordinata per fronteggiare questa emergenza sanitaria.

“Manca un’informazione adeguata per le donne in gravidanza sulla necessità di vaccini salvavita”, ha affermato l’infettivologo, sottolineando come una maggiore attenzione nei confronti della vaccinazione prenatale possa fare la differenza nella salute dei neonati. Inoltre, Bassetti ha insistito sull’importanza di incrementare gli sforzi comunicativi e informativi per garantire che ogni gestante sia consapevole dei benefici e della necessità di proteggere il proprio bambino attraverso la vaccinazione.

Un aumento preoccupante dei ricoveri: i dati della rete clinica Inf-Act

Il panorama della pertosse in Italia ha mostrato segnali di disagio significativi negli ultimi anni, come ha avuto modo di evidenziare Alfredo Guarino, coordinatore della rete clinica Inf-Act. In un allarmante report di maggio 2024, Guarino ha affermato che i ricoveri per pertosse sono aumentati di ben 800% rispetto agli anni precedenti. Questo aumento esponenziale ha colpito soprattutto i neonati e i lattanti non vaccinati, i quali hanno visto un tasso di ricovero senza precedenti.

Le statistiche sono inquietanti: il 95% delle madri dei bambini ricoverati non erano vaccinate, mentre l’80% di esse non aveva ricevuto informazioni adeguate riguardo alla vaccinazione prenatale. Questo gap informativo è un chiaro segnale della necessità di migliorare la comunicazione sulla salute pubblica, e in particolar modo riguardo al tema dei vaccini. Le autorità sanitarie si trovano di fronte a una sfida simultanea: affrontare la paura da vaccino e garantire che la prevenzione di malattie gravi come la pertosse diventi una priorità per ogni futura madre.

Un trend preoccupante in Europa

La questione della pertosse non è un problema esclusivamente italiano. Infatti, l’Ecdc ha recentemente evidenziato che nel 2023, e fino ad aprile 2024, si sono registrati quasi 60.000 casi di pertosse in tutta Europa, con un incremento di oltre dieci volte rispetto ai dati del 2021 e 2022. Questo esponenziale aumento dei casi mette in luce un’emergenza sanitaria che richiede una risposta immediata da parte delle autorità sanitarie, ma anche del pubblico.

La situazione richiede un’interazione attiva da parte di governi, professionisti e comunità per garantire che le informazioni sulla vaccinazione siano diffuse in maniera efficace e raggiungano tutte le madri in attesa. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e una campagna vaccinale sistematica sarà possibile affrontare e mitigare il rischio di malattie infettive come la pertosse, salvaguardando la salute dei più vulnerabili.

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