La dieta chetogenica: un viaggio tra storia, scienza e benessere

La dieta chetogenica richiede una pianificazione accurata e un monitoraggio costante. Affrontarla senza la guida di un professionista può portare a squilibri nutrizionali e altri rischi per la salute.
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La dieta chetogenica, o ketogenic diet, non è una semplice dieta per perdere peso, ma un protocollo con applicazioni mediche e terapeutiche. Le sue origini affondano nel passato e, negli anni, si è evoluta in una strategia riconosciuta per affrontare non solo l’obesità ma anche una serie di patologie metaboliche e neurologiche. Per questo, affidarsi a un esperto è essenziale per trarne benefici senza rischi.

Le origini della dieta chetogenica: dall’epilessia alle nuove frontiere

Le prime versioni della dieta chetogenica risalgono agli anni ’20, quando venne utilizzata per trattare l’epilessia nei bambini. L’idea alla base era creare una dieta che simulasse gli effetti del digiuno, abbassando drasticamente i carboidrati e bilanciando l’apporto di proteine e grassi. Si riteneva che l’epilessia fosse causata da una sorta di “intossicazione” del cervello e che la chetosi, lo stato metabolico indotto dalla dieta, potesse aiutare a ridurre le crisi.

Negli anni ’90, l’interesse per questa dieta si riaccese grazie al caso di un bambino trattato con successo al Johns Hopkins Hospital. Questo episodio portò alla pubblicazione di un libro di successo, Ketogenic Diets: Treatments for Epilepsy and Other Disorders. Da lì, la dieta si è evoluta con protocolli come la VLCKD (very low calorie ketogenic diet), approvata nel 1993 dal Ministero della Salute degli Stati Uniti e, successivamente, riconosciuta anche in Italia per la gestione di obesità e patologie correlate.

Come funziona la dieta chetogenica: il ruolo della chetosi

Il principio della dieta chetogenica si basa su una riduzione drastica dei carboidrati, sia semplici che complessi, inducendo il corpo a uno stato di chetosi. In questa condizione, il metabolismo si adatta a utilizzare i corpi chetonici come fonte primaria di energia, al posto dei carboidrati. Questo processo si attiva quando le riserve di glicogeno, immagazzinate nel fegato, vengono esaurite.

Durante la chetosi, i livelli di chetonemia si mantengono tra 7 e 8 mmol/l, una condizione sicura e controllata, ben diversa dalla chetoacidosi diabetica, che è invece uno stato patologico in cui i valori possono superare i 20 mmol/l.

Dal punto di vista nutrizionale, la dieta richiede un apporto moderato di proteine, provenienti da carne magra, pesce, uova e latticini in quantità limitata. I grassi, invece, devono essere di alta qualità, preferendo fonti ricche di Omega-3 come l’olio extravergine d’oliva, l’avocado e il pesce azzurro, evitando l’eccesso di Omega-6, spesso contenuti in oli vegetali e prodotti industriali. Le verdure non amidacee e alcuni frutti a basso contenuto di zucchero, come mirtilli e lamponi, completano il quadro alimentare. Tuttavia, a causa della natura restrittiva di questa dieta, è necessario integrare vitamine e minerali per prevenire carenze.

Applicazioni terapeutiche: oltre la perdita di peso

La dieta chetogenica si è dimostrata un valido alleato per trattare molteplici condizioni, tra cui obesità grave, sindrome metabolica, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia e patologie infiammatorie. È utilizzata anche come preparazione alla chirurgia bariatrica e nel trattamento dell’ovaio policistico e della steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Sul fronte neurologico, continua a essere una scelta terapeutica per l’epilessia farmaco-resistente.

Tuttavia, esistono controindicazioni importanti. La dieta è sconsigliata in caso di gravidanza, allattamento, diabete di tipo 1, disturbi psichiatrici gravi o abuso di sostanze. Anche condizioni cardiache instabili, come angina o aritmie, rappresentano un limite all’applicazione di questo protocollo.

Dieta chetogenica e sport: un binomio complicato

In ambito sportivo, la dieta chetogenica non è largamente diffusa, soprattutto negli sport di resistenza e ad alta intensità, dove i carboidrati restano la fonte energetica principale. Tuttavia, può trovare applicazione in contesti specifici, come il dimagrimento rapido o la ricomposizione corporea, sempre sotto stretta supervisione di un esperto.

La transizione e il ritorno ai carboidrati

Una caratteristica fondamentale della dieta chetogenica è che non deve essere seguita a lungo termine. Dopo il periodo di chetosi, è necessario un protocollo di transizione, che prevede la graduale reintroduzione di carboidrati a basso indice glicemico, come cereali integrali, legumi e frutta precedentemente limitata.

Perché affidarsi a un esperto

La dieta chetogenica richiede una pianificazione accurata e un monitoraggio costante. Affrontarla senza la guida di un professionista può portare a squilibri nutrizionali e altri rischi per la salute. Solo uno specialista può personalizzare il protocollo e garantire che sia sicuro ed efficace.

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