Il 14 marzo 2025, il gastroenterologo Silvio Danese, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, ha annunciato l’approvazione da parte della Commissione Europea di mirikizumab, un nuovo farmaco per il trattamento della malattia di Crohn. Questa decisione si basa sui risultati degli studi clinici Vivid 1 e Vivid 2, che hanno dimostrato l’efficacia del farmaco nel raggiungere la remissione clinica ed endoscopica, anche in pazienti che non hanno risposto ad altre terapie.
L’efficacia di mirikizumab
Danese ha evidenziato come mirikizumab rappresenti una nuova opportunità terapeutica per i medici e i pazienti, consentendo di affrontare la malattia di Crohn in modo più efficace. Gli studi hanno confermato che il farmaco supera il placebo nell’induzione e nel mantenimento della remissione clinica e della risposta endoscopica a lungo termine. Questo progresso è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti da questa patologia infiammatoria cronica dell’intestino, che può interessare l’intero tratto gastrointestinale.
Importanza della diagnosi precoce
Il gastroenterologo ha sottolineato l’importanza di una diagnosi tempestiva della malattia di Crohn. Riconoscere i sintomi precocemente è cruciale per avviare trattamenti efficaci. Danese ha affermato: “Prima si interviene, prima si previene la progressione della malattia”. La tempestività nella diagnosi e nel trattamento può fare la differenza nel percorso di cura dei pazienti.
Un’opzione per i pazienti difficili da trattare
Un aspetto significativo evidenziato da Danese riguarda l’utilizzo di mirikizumab anche nei pazienti considerati “difficili da trattare”, ovvero coloro che hanno già provato diverse linee di trattamento senza successo. “Negli studi clinici registrativi, mirikizumab è stato somministrato non solo a pazienti naïve, ma anche a quelli che avevano fallito tutte le terapie disponibili”, ha spiegato. Questo è un segnale positivo per quei pazienti che si trovano in una situazione complessa e per i quali le nuove opzioni terapeutiche sono particolarmente benvenute.
Con l’introduzione di mirikizumab nel panorama terapeutico, si apre una nuova fase nella gestione della malattia di Crohn, con l’obiettivo di migliorare significativamente la vita di chi ne soffre.
