Oggi, 29 aprile 2025, si celebra la Giornata Mondiale dell’Immunologia, un evento che mette in evidenza l’importanza della scienza che studia il sistema immunitario e le sue difese contro le infezioni. L’immunologo Mauro Minelli, esperto in materia e docente all’Università LUM, sottolinea l’importanza di una corretta divulgazione scientifica per il riconoscimento delle patologie immunomediate caratterizzate da infiammazione e recidività. La Giornata rappresenta un’opportunità per riflettere sui progressi compiuti nella ricerca e nello sviluppo di terapie innovative, come dimostrano i successi ottenuti con i vaccini nel corso della storia.
Le origini dell’immunologia e i suoi pionieri
Mauro Minelli ricorda che, sebbene già nel 430 a.C. Tucidide avesse analizzato gli effetti di un’epidemia di peste ad Atene, la disciplina dell’immunologia ha preso forma ufficialmente grazie agli studi di Edward Jenner. Nel 1796, Jenner ha inoculato il vaiolo bovino in individui sani, scoprendo un metodo efficace per proteggerli dall’epidemia di vaiolo che affliggeva l’Europa. Questa pratica ha dato origine al termine “vaccino“, utilizzato inizialmente per descrivere sia il vaiolo bovino sia il materiale prelevato dalle pustole del vaiolo bovino, noto come pus vaccinico. Da quel momento, l’immunologia ha fatto enormi progressi, con numerosi studi e scoperte nel XIX secolo, come la teoria microbica delle malattie infettive proposta da Jacob Henle e i vaccini sviluppati da Louis Pasteur.
Avanzamenti recenti e sfide attuali
Oggi, la ricerca immunologica ha raggiunto traguardi significativi, grazie alle scoperte scientifiche e all’evoluzione tecnologica. Minelli evidenzia come il progresso in questo campo abbia permesso di affrontare molte epidemie, inclusa quella causata dal Sars-CoV-2, che ha avuto un impatto profondo sui sistemi sanitari globali. La complessità della materia rende difficile comunicare efficacemente al pubblico la struttura intricata del sistema immunitario, che include organi, cellule e mediatori chimici, tutti essenziali per la difesa dell’organismo. Minelli sottolinea che il sistema immunitario è composto da organi linfatici primari e secondari, tessuti linfoidi associati a mucose e una varietà di cellule, come eosinofili e linfociti, che collaborano per garantire una risposta difensiva coordinata.
Le problematiche della comunicazione e la visione d’organo
Nonostante i progressi, Minelli osserva che la comunicazione sulla complessità dell’immunologia rimane una sfida. Le patologie immunologiche, come allergie, malattie autoimmuni e immunodeficit, sono spesso viste in modo isolato, mentre condividono un’origine comune legata a disordini funzionali del sistema immunitario. Questa visione limitata, secondo l’immunologo, ostacola la comprensione integrata delle malattie e la loro gestione nei sistemi sanitari, che tendono a privilegiare un approccio basato sull’organo piuttosto che sulla connessione sistemica tra cellule e tessuti.
Il futuro della ricerca immunologica
Minelli conclude esprimendo la speranza che eventi come la Giornata Mondiale dell’Immunologia possano stimolare una maggiore consapevolezza e promuovere nuovi modelli di assistenza sanitaria. La ricerca immunologica ha già portato a importanti innovazioni, come gli anticorpi monoclonali, che hanno rivoluzionato le diagnosi e le terapie. È fondamentale continuare a lavorare per sviluppare approcci più efficaci e appropriati, in particolare nei contesti delle società industrializzate, per affrontare le sfide future nel campo della salute.
