Una buona notizia arriva per le donne affette da endometriosi: il farmaco Visanne, contenente il principio attivo Dienogest e comunemente utilizzato come terapia di prima linea, è stato inserito nella fascia A del Servizio sanitario nazionale. Ciò significa che sarà rimborsabile, rendendo più accessibile il trattamento per chi soffre di questa condizione cronica e debilitante. Visanne si aggiunge ad altri farmaci già rimborsabili, come Devicius, Zafrilla, Endovelle ed Endodien, segnando un ulteriore passo avanti nell’accesso alle cure.
Un passo importante per l’accesso alle cure
Per Annalisa Frassineti, presidente dell’A.P.E. (Associazione Progetto Endometriosi), questo rappresenta «un grande aiuto e un primo importante passo verso un’equità di diritti». L’endometriosi è una patologia spesso trascurata e il riconoscimento di cure rimborsabili dal SSN è un segnale importante.
Per molte donne, infatti, il costo delle terapie ha rappresentato un ostacolo, aggravato dalle difficoltà che possono incontrare nel mondo del lavoro e dalla mancanza di adeguate tutele.
Non dover pagare di tasca propria per il farmaco è quindi un sollievo, ma Frassineti invita a seguire sempre le indicazioni del proprio ginecologo: «La terapia deve essere sempre prescritta dal proprio medico di fiducia e non basata solo sulla disponibilità di un farmaco in fascia A. Ogni paziente ha esigenze terapeutiche specifiche, e il medico è la figura che meglio può scegliere il farmaco adatto.»
Cos’è l’endometriosi?
L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce circa il 10% delle donne in età fertile, in Italia. È caratterizzata dalla crescita di tessuto simile a quello endometriale al di fuori dell’utero, causando infiammazione, dolore cronico e, in alcuni casi, infertilità.
I sintomi sono spesso subdoli e variano da dolori pelvici intensi durante le mestruazioni e i rapporti sessuali, a sintomi meno specifici come affaticamento cronico, irregolarità intestinale e cistiti ricorrenti. Il ritardo diagnostico può essere notevole, con una media di 5-8 anni prima di ottenere una diagnosi corretta. Questo rende ancora più importante l’accesso a cure tempestive ed efficaci.
La rimborsabilità: un aiuto concreto per molte donne
Nonostante i progressi fatti, l’endometriosi rimane ancora una malattia poco conosciuta e sottovalutata. Creare consapevolezza è il primo passo verso una diagnosi precoce e un miglioramento della qualità della vita delle pazienti. L’A.P.E. da 18 anni si impegna a diffondere informazioni corrette e a supportare le donne attraverso progetti concreti. «Fare informazione è fondamentale – sottolinea Frassineti – perché ad oggi non esistono cure definitive né percorsi preventivi efficaci. Ma essere consapevoli e informate può fare la differenza».
Per ulteriori informazioni sull’endometriosi e sui progetti dell’A.P.E., è possibile visitare il sito ufficiale www.apendometriosi.it, che offre risorse utili e un punto di incontro per chi desidera far parte della rete nazionale.
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