Disturbi dell’udito e dell’equilibrio: a Roma il 1° Congresso nazionale degli Audiometristi

Si stima che in Italia vi siano circa 7 milioni di persone con problemi uditivi, e solo un terzo della popolazione ha effettuato controlli uditivi negli ultimi 5 anni. Dati recenti dell’OMS sostengono che il 50% dei casi di ipoacusia potrebbero essere prevenute attraverso misure di prevenzione adeguate.
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Si è appena concluso il 1° Congresso della Commissione di albo nazionale dei Tecnici audiometristi della FNO TSRM e PSTRP. Una giornata di studio e di lavoro che ha portato nella Capitale più di 250 professionisti sanitari da tutta Italia.

«Il nostro impegno è garantire la qualità della vita delle persone con deficit dell’udito e del sistema dell’equilibrio. Disturbi che richiedono una valutazione accurata e personalizzata, nonché di un’assistenza continua e sofisticata» afferma Pietro Cino, Presidente della Commissione di albo nazionale dei Tecnici audiometristi.

Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, intervenuta al congresso, ha ribadito: «I Tecnici audiometristi rappresentano una risorsa fondamentale per il sistema sanitario. Promuovere la salute uditiva significa favorire la socialità, consentendo a coloro con problemi uditivi di partecipare pienamente alla vita comunitaria. Auspichiamo che tutti i cittadini, ovunque nel Paese, possano sottoporsi a controlli regolari e, se necessario, ricevere interventi tempestivi. La collaborazione interprofessionale e l’utilizzo delle nuove tecnologie sono fondamentali per affrontare questa sfida e garantire un’assistenza di alta qualità».

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Si stima che in Italia vi siano circa 7 milioni di persone con problemi uditivi, e solo un terzo della popolazione ha effettuato controlli uditivi negli ultimi 5 anni. Dati recenti dell’OMS sostengono che il 50% dei casi di ipoacusia potrebbero essere prevenute attraverso misure di prevenzione adeguate. Al centro del dibattito congressuale il ruolo del Tecnico audiometrista all’interno dei percorsi di prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi dell’udito e dell’equilibrio.

La prima sessione si è aperta parlando di prevenzione, entro cui è stato sottolineato l’importanza cruciale degli screening uditivi, effettuati sia tra i neonati che nelle scuole. Particolare attenzione è stata riservata alla valutazione acustica degli ambienti di prova audiometrici, che ha suscitato grande interesse. Diverse le esperienze e buone pratiche che hanno messo in risalto la figura dei Tecnici audiometristi, nell’individuazione precoce dei disturbi uditivi nel periodo neonatale, evidenziando il ruolo vitale di questi professionisti sanitari nell’accuratezza dell’esecuzione dei test elettrofisiologici. Inoltre, è stata ribadita l’importanza di implementare su scala nazionale gli screening uditivi anche in età scolare per rilevare eventuali disturbi insorti durante questo delicato periodo della vita, in linea con le raccomandazioni dell’OMS e l’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite.

Durante la seconda parte dell’evento, si è fatto luce sul tema della sordità, problema sociale che colpisce diversi segmenti della popolazione . Solo il 25% di coloro che potrebbero sentire meglio fa uso di tecnologie assistive, nonostante la stragrande maggioranza di chi porta una protesi acustica (l’87%) dichiari migliorata la propria qualità di vita. Il tema della valutazione della sordità centrale, dunque, ha ribadito l’importanza cruciale del Tecnico audiometrista, il cui ruolo trascende la semplice analisi strumentale. Dalle relazioni si desume, infatti, che questo professionista sanitario è essenziale in un team multidisciplinare, contribuendo attivamente alla riabilitazione uditiva e migliorando il benessere delle persone. In maniera analoga, con l’avanzamento tecnologico degli impianti cocleari, il contributo del Tecnico audiometrista è ancora più significativo, in quanto partecipa a tutte le fasi del processo: dalla valutazione pre-impianto, all’assistenza intraoperatoria, fino all’attivazione, ma anche al mappaggio e monitoraggio post-operatorio. Questa evoluzione professionale riflette l’importanza di un approccio olistico e personalizzato nel trattamento dell’ipoacusia, a garanzia per ogni persona di ricevere le cure più adeguate e avanzate disponibili.

La riabilitazione tubarica e quella degli acufeni – trattate durante l’ultima sessione – sono campi di grande interesse nel settore audiologico, con metodiche innovative che promettono miglioramenti significativi nella cura. Di fondamentale importanza il Tecnico audiometrista nella riabilitazione vestibolare che, avvalendosi di un approccio multidisciplinare, integra diverse competenze per affrontare le sfide di questa complessa condizione. Questi progressi rappresentano un passo avanti importante per la medicina riabilitativa, evidenziando l’importanza della ricerca continua e dell’aggiornamento professionale.

Dagli innumerevoli spunti forniti durante le relazioni emerge chiaramente come il Tecnico audiometrista risulta essere una professionista sanitario con una marcata propensione all’uso della tecnologia. Del resto l’impiego dell’intelligenza artificiale (AI) nel settore sanitario, e in particolare nel campo audiologico, è un tema di crescente importanza, come evidenziato nel rapporto del Parlamento europeo intitolato “Artificial intelligence in healthcare”. Questo documento sottolinea l’efficacia dell’AI nell’aumentare l’efficienza dei clinici, migliorare la diagnosi e il trattamento medico e ottimizzare l’allocazione delle risorse umane e tecniche. Tuttavia, il rapporto mette anche in luce i rischi clinici, sociali ed etici associati all’uso dell’AI, come potenziali errori e danni alle persone, rischio di bias e aumento delle disuguaglianze sanitarie, mancanza di trasparenza e fiducia, e vulnerabilità a violazioni della privacy e attacchi informatici. Per mitigare questi rischi, la Commissione di albo nazionale ha riconosciuto la necessità per i Tecnici audiometristi di rimanere aggiornati sulle tecnologie emergenti, inserendo un articolo pertinente nel nuovo codice deontologico di prossima emanazione. Questo passo è fondamentale per garantire che i professionisti del settore siano in grado di utilizzare in modo etico e responsabile le nuove tecnologie, contribuendo così a plasmare un futuro sanitario più sicuro e innovativo.

Anche in ragione di ciò, è emersa prepotentemente una necessaria e non più procrastinabile evoluzione del profilo professionale, oramai datato di 30 anni e ingessato tra terminologie desuete e limitanti che non tengono conto delle evoluzioni normative succedutesi in questi ultimi anni in termini di autonomia e responsabilità delle professioni sanitarie. Una revisione che consideri l’evoluzione delle competenze, l’autonomia e la responsabilità – anche in relazione al quadro sanitario europeo – può aprire nuove opportunità di crescita e sviluppo della professione finalizzate a rendere più efficace il SSN nell’interesse delle persone assistite.

«Questo congresso – continua Cino – è stato un momento di crescita professionale e umana, e ha rappresentato uno stimolo per animare la discussione ed elevare il livello di competenza, per una professione sempre più all’avanguardia e altamente qualificata. Un’evoluzione necessaria per un SSN in forte cambiamento e in relazione ai nuovi bisogni di cura dei cittadini».

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