Il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) sta assumendo proporzioni allarmanti, interessando un numero crescente di bambini e adolescenti in Italia. Secondo recenti dati, dal 2000 a oggi, le persone affette da disturbi alimentari sono aumentate da 300 mila a oltre 3 milioni, una cifra che potrebbe risultare sottostimata. Il presidente della Società Italiana di Pediatria, Rino Agostiniani, ha evidenziato che il 30% di coloro che soffrono di tali disturbi ha meno di 14 anni, con diagnosi già effettuate tra gli 8 e i 10 anni. La Giornata mondiale del Fiocchetto Lilla, dedicata a questi disturbi, si celebra il 15 marzo, richiamando l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce per evitare conseguenze gravi e talvolta irreversibili.
Riconoscere i disturbi alimentari precocemente
Identificare i segnali precoci dei disturbi alimentari è cruciale, eppure spesso la loro insorgenza è subdola e aspecifica, rendendo difficile la diagnosi. Recentemente, la Società Italiana di Pediatria ha condotto una revisione sistematica della letteratura scientifica, analizzando 657 studi degli ultimi quattro anni, per identificare i campanelli d’allarme che genitori e pediatri devono monitorare. Tra i segnali da non trascurare ci sono l’iperattività e una costante sensazione di freddo. Comportamenti insoliti nei confronti del cibo, come mangiare lentamente, ridurre drasticamente le porzioni o eliminare intere categorie alimentari, sono indicatori significativi. Elena Bozzola, consigliere del Gruppo di studio adolescenza della SIP, ha sottolineato che alcuni giovani sviluppano rituali alimentari particolari, come tagliare il cibo in pezzi minuscoli o evitare pasti in compagnia.
Attenzione all’aspetto fisico e all’attività fisica
Un altro aspetto da considerare è l’attenzione eccessiva all’aspetto fisico. Chi soffre di un disturbo alimentare può manifestare una preoccupazione costante per il proprio peso, mostrando insoddisfazione per il proprio corpo anche in assenza di cambiamenti fisici reali. Un segnale preoccupante è l’eccessiva attività fisica, specialmente tra gli adolescenti maschi. Non si tratta solo di un aumento dell’esercizio sportivo, ma di una necessità costante di movimento, come salire e scendere le scale ripetutamente o camminare sul posto. Anche se sottopeso, i ragazzi possono apparire attivi ed energici. Ricerche indicano che il 90% dei pazienti con anoressia nervosa continua a praticare attività fisica nonostante la stanchezza dovuta alla perdita di peso.
Sintomi fisici e fattori di rischio
Oltre ai segnali comportamentali, esistono anche sintomi fisici che possono suggerire la presenza di un disturbo alimentare. Tra questi si annoverano la sensazione costante di freddo, episodi di vertigini o svenimenti, e alterazioni del ciclo mestruale nelle ragazze, fino all’amenorrea. La genetica e l’ambiente giocano un ruolo significativo nello sviluppo di questi disturbi. Studi sui gemelli hanno indicato una componente genetica per l’anoressia nervosa che varia dal 16% al 74%, con differenze tra maschi e femmine e in base all’età di esordio. Inoltre, i figli di persone con DCA hanno un rischio da 3 a 5 volte maggiore di sviluppare problemi simili. Esperienze stressanti, come il bullismo o conflitti familiari, possono contribuire all’insorgenza del disturbo. Anche l’influenza dei social media e dei siti pro-ana rappresenta un fattore di rischio per l’immagine corporea degli adolescenti.
L’emergenza dei disturbi alimentari richiede un’attenzione costante da parte di genitori, educatori e professionisti della salute, per garantire diagnosi tempestive e interventi efficaci.
