Le recenti innovazioni nel campo della medicina oncologica offrono nuove speranze alle pazienti affette da carcinoma metastatico. A partire dal 2025, le opzioni terapeutiche si stanno ampliando, in particolare per le donne con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2- e tumore metastatico triplo negativo (mTNBC). La ricerca scientifica si concentra su trattamenti sempre più mirati, per garantire un tempo di vita migliore e una qualità della vita superiore.
Nuove frontiere nelle terapie oncologiche
La lotta contro il tumore al seno metastatico è diventata una priorità per la comunità scientifica, considerando che in Italia circa 37.000 donne sono colpite da questa malattia. Le terapie di ultima generazione, come gli Antibody-Drug Conjugates (ADC), si stanno rivelando fondamentali. Questi farmaci, attraverso un meccanismo di riconoscimento delle cellule tumorali, riescono a colpirle in modo selettivo, rilasciando sostanze chemioterapiche direttamente all’interno delle cellule malate. Tra i farmaci più promettenti c’è il sacituzumab govitecan, che ha recentemente ampliato il suo utilizzo per includere anche le pazienti con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2-.
L’approvazione di questo farmaco rappresenta un passo significativo, poiché il tumore HR+/HER2- è il tipo più comune di carcinoma mammario, costituendo circa il 70% dei casi. Questa forma di cancro è associata a un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 34% nelle pazienti con malattia metastatica. Il dottor Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento Corp-S dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, evidenzia come le pazienti con questo tipo di carcinoma, in buone condizioni cliniche, siano ora in grado di accedere a trattamenti più efficaci, grazie all’introduzione degli ADC.
I benefici del sacituzumab govitecan
L’efficacia del sacituzumab govitecan è stata dimostrata attraverso studi clinici, come il TROPiCS-02, che hanno evidenziato un miglioramento significativo della Progression-Free Survival (PFS) e una riduzione del rischio di mortalità del 21%. Questi risultati hanno portato le linee guida dell’ESMO (European Society for Medical Oncology) a raccomandare questo trattamento come opzione preferenziale per le donne affette da tumore al seno metastatico HR+/HER2-. L’importanza di un intervento precoce è cruciale, in quanto il sacituzumab govitecan può essere somministrato già in seconda linea, aumentando le possibilità di risposta terapeutica.
La dottoressa Lucia Del Mastro, direttore della Clinica di oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, sottolinea che questo farmaco ha dimostrato di dimezzare il rischio di progressione della malattia e di morte rispetto alla chemioterapia standard. Il sacituzumab govitecan agisce riconoscendo la proteina Trop-2, presente sulla superficie delle cellule tumorali, rilasciando un agente chemioterapico in modo selettivo, riducendo così la tossicità sui tessuti sani.
Il ruolo delle associazioni e delle istituzioni
L’accesso a terapie innovative come il sacituzumab govitecan è stato sostenuto anche dalle associazioni di pazienti. Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra pazienti e istituzioni per garantire che le nuove terapie siano disponibili a tutte le donne in Italia. La richiesta di rivedere le restrizioni sull’uso di questo farmaco ha avuto un riscontro positivo da parte dell’AIFA, che ha assicurato che la questione era in fase di valutazione.
Anche la professoressa Adriana Bonifacino, presidente della Fondazione IncontraDonna, ha espresso soddisfazione per l’estensione terapeutica del sacituzumab govitecan, sottolineando l’importanza di garantire che le regioni italiane permettano la prescrizione di questo farmaco. La tempestività nell’accesso a trattamenti innovativi è fondamentale per migliorare la qualità della vita delle pazienti affette da malattia metastatica.
Il tempo è un fattore cruciale nella gestione del carcinoma mammario metastatico. L’onorevole Simona Loizzo, membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha evidenziato l’importanza di collaborare con le istituzioni e le associazioni per accelerare i processi di accesso ai trattamenti più innovativi. La ricerca scientifica continua a guardare al futuro, con l’obiettivo di migliorare la vita delle pazienti e di garantire loro un accesso equo a terapie sempre più efficaci.
