Il 31 marzo 2025, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia ha avviato un importante progetto di ricerca, denominato Hi-Roc, finalizzato a migliorare le terapie per i pazienti affetti da tumori. L’obiettivo principale di questa iniziativa è quello di identificare la “firma” di un tumore, per prevedere quali pazienti risponderanno positivamente alla radioterapia convenzionale e quali, invece, potrebbero sviluppare una “radio-resistenza”. Questo approccio innovativo consentirebbe di indirizzare precocemente i pazienti a trattamenti alternativi, come l’adroterapia con ioni carbonio.
Il progetto hi-roc e i suoi obiettivi
Il progetto Hi-Roc, acronimo di “Targeting hypoxia with heavy ions to gain control of radioresistant cancers”, ha ottenuto un finanziamento di quasi 500mila euro dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB) e coinvolge diverse istituzioni di prestigio, tra cui l’Istituto Nazionale dei Tumori, il Politecnico di Milano, l’Heidelberg University Hospital, il Luxembourg Institute of Health e la Maastricht University. La ricerca si concentra sull’individuazione di un biomarcatore globale di ipossia, che rappresenta una condizione di carenza di ossigeno nelle cellule tumorali e nel microambiente neoplastico.
Ester Orlandi, responsabile del Dipartimento Clinico del CNAO e coordinatrice del progetto, ha sottolineato l’importanza di identificare un biomarcatore specifico di ipossia, non invasivo, capace di selezionare i pazienti per la terapia più adeguata. Attualmente, i protocolli terapeutici si basano su fattori come lo stadio del tumore e il tipo istologico, trascurando caratteristiche biologiche rilevanti come l’ipossia.
Analisi della firma di ipossia
Il progetto prevede l’analisi di dati clinici, biologici e radiologici di circa 200 pazienti già sottoposti a radioterapia convenzionale. Attraverso l’analisi di dati provenienti da imaging e liquidi biologici, il team di ricerca intende definire un set di parametri che contribuiranno a delineare la firma di ipossia. I pazienti verranno classificati in base al loro esito clinico e al valore numerico della firma di ipossia, consentendo così di prevedere la loro risposta ai trattamenti.
Orlandi ha spiegato che l’obiettivo è quello di definire una “signature” multimodale del tumore, che possa rivelare l’ipossia a livello individuale. Questo approccio personalizzato potrebbe migliorare significativamente i risultati terapeutici, permettendo ai medici di selezionare il trattamento più efficace per ciascun paziente.
Innovazioni e tecnologie nel progetto hi-roc
Uno degli aspetti innovativi del progetto Hi-Roc è l’utilizzo di “gemelli digitali” per personalizzare le cure. Durante il progetto pilota Hyperion, la firma multimodale sarà testata in associazione a una firma di ipossia radiologica recentemente identificata. In base ai risultati, i pazienti potranno essere trattati con radioterapia convenzionale o con terapie che includono ioni carbonio.
In aggiunta, il progetto prevede lo sviluppo di un prototipo di dispositivo medico in vitro per la quantificazione del biomarcatore di ipossia. Verranno impiegate tecnologie avanzate per studiare i meccanismi molecolari dell’ipossia e sarà creata una piattaforma computazionale per testare ioni pesanti su tumori ipossici. La collaborazione con istituti di ricerca di alto livello, sia italiani che europei, rappresenta un elemento chiave per il successo di questa iniziativa.
Andrea Donnini, presidente del Consiglio di Amministrazione della FRRB, ha espresso soddisfazione per il finanziamento del progetto Hi-Roc, evidenziando l’importanza della collaborazione internazionale e il potenziale di questa ricerca nell’ambito della lotta contro il cancro. Con un investimento di quasi mezzo milione di euro, si punta a sostenere i professionisti e le istituzioni coinvolte, con l’aspettativa di conseguire risultati significativi nella ricerca oncologica nei prossimi anni.
