Bruce Willis: uno studio italiano propone una terapia per rallentare la sua malattia

La Fondazione Santa Lucia Irccs rivela miglioramenti per pazienti con demenza frontotemporale grazie alla molecola co-ultraPeaLut, promettente nel rallentare la progressione dei sintomi.

Una recente indagine condotta dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma ha rivelato potenziali miglioramenti per i pazienti affetti da demenza frontotemporale grazie all’uso di molecole innovative. Questo studio, pubblicato il 14 marzo 2025, ha attirato l’attenzione per le sue implicazioni nel trattamento di una malattia che ha colpito anche l’attore Bruce Willis, noto per il suo ruolo in “Die Hard”.

La ricerca sugli endocannabinoidi

La ricerca ha esaminato l’efficacia della molecola co-ultraPeaLut, una combinazione di palmitoiltanolamide (Pea) ultramicronizzata e luteolina (Lut), nel migliorare le condizioni cliniche dei pazienti con demenza frontotemporale. I risultati, frutto del lavoro del team guidato da Giacomo Koch, vice-direttore scientifico della Fondazione, hanno mostrato un rallentamento della progressione dei sintomi nei soggetti trattati rispetto a quelli che ricevevano un placebo. La pubblicazione sulla rivista ‘Brain Communications’ ha messo in evidenza come la somministrazione della molecola per un periodo di sei mesi possa portare a un miglioramento significativo dei sintomi cognitivi.

La demenza frontotemporale è una patologia neurodegenerativa che colpisce principalmente i lobi frontali e temporali del cervello. È la terza causa di demenza più comune nella popolazione generale e la prima tra le persone non anziane, con oltre il 70% dei casi che si manifesta tra i 45 e i 65 anni. I pazienti affetti da questa malattia mostrano disturbi comportamentali e una compromissione delle funzioni cognitive, che portano a difficoltà nel ragionamento e nelle interazioni sociali.

Manifestazioni e sintomi della malattia

La demenza frontotemporale si presenta con diverse sindromi cliniche, che variano in base ai sintomi predominanti. Una di queste è la variante comportamentale, che influisce sul comportamento e sull’interazione sociale, mentre altre forme interessano il linguaggio, come l’afasia agrammatica e l’afasia semantica. Queste condizioni possono generare difficoltà sia nella produzione che nella comprensione del linguaggio. La malattia è caratterizzata da un decorso progressivo e, al momento, non esistono farmaci approvati in grado di rallentare la sua evoluzione.

In aggiunta, i ricercatori hanno sottolineato che la neuroinfiammazione gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della demenza frontotemporale. Ciò ha portato all’ipotesi che nuovi farmaci mirati a modulare la neuroinfiammazione possano offrire nuove opportunità terapeutiche. La molecola co-ultraPeaLut è emersa come un candidato promettente per il trattamento di disturbi neurodegenerativi, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive.

Studi clinici e risultati

Nel 2020, un precedente studio pilota ha esaminato gli effetti della co-ultraPeaLut su un campione di 17 pazienti affetti da demenza frontotemporale, rivelando miglioramenti nelle funzioni cognitive. Sulla base di queste evidenze, è stato avviato uno studio clinico randomizzato, controllato con placebo, su 50 pazienti. Questo trial ha analizzato l’impatto della somministrazione di co-ultraPeaLut per 24 settimane, con un focus sulla gravità della malattia e sui sintomi cognitivi.

I risultati ottenuti hanno mostrato una riduzione della progressione della gravità della malattia nei pazienti trattati con co-ultraPeaLut. Inoltre, è emerso un calo minore nei punteggi delle autonomie nella vita quotidiana rispetto al gruppo placebo. Silvana Morson, presidente della Aimft, ha definito questo studio un importante passo avanti per le famiglie dei malati, aprendo nuove possibilità terapeutiche in un campo in cui le opzioni attuali sono limitate.

La ricerca continua a essere fondamentale nel cercare di confermare l’efficacia di questo approccio terapeutico e nel comprendere meglio i meccanismi d’azione della co-ultraPeaLut, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da demenza frontotemporale.

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