Il fegato espiantato da piccoli pazienti affetti da malattie metaboliche è ora mantenuto in vita grazie a un’innovativa tecnologia di perfusione extracorporea, un approccio mai applicato prima. Questa nuova metodologia, sviluppata dai medici e dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, offre un’opportunità unica per approfondire la comprensione dei meccanismi alla base di queste patologie. L’obiettivo è quello di testare nuove terapie in modo più efficace, con la possibilità di curare i fegati malati prima del trapianto o di farli crescere per adattarli a pazienti di dimensioni maggiori. La ricerca è stata condotta sotto la direzione di Marco Spada, responsabile della Chirurgia epato-bilio-pancreatica e dei trapianti di fegato e rene, e Carlo Dionisi Vici, responsabile delle Malattie metaboliche ed epatologia. I risultati sono stati pubblicati nel 2025 sulla rivista Journal of Inherited Metabolic Disease.
Dettagli dello studio
La ricerca ha coinvolto sette fegati espiantati da pazienti con disturbi del ciclo dell’urea e acidemie organiche, sottoposti a trapianto per trattare le loro condizioni. I fegati sono stati mantenuti in vita tramite una macchina per la perfusione extracorporea normotermica, che ha fornito ossigeno e una soluzione nutritiva contenente globuli rossi umani, plasma fresco congelato, soluzione salina, albumina, nutrienti essenziali, antibiotici, eparina ed elettroliti. Durante il processo di perfusione, sono stati monitorati vari parametri vitali e metabolici, come flussi, pressioni, livelli di lattato e glucosio, produzione di bile e profili biochimici e ematologici.
I risultati ottenuti indicano che i fegati perfusi hanno mantenuto la loro vitalità e le funzioni specifiche, confermando che questo modello ex vivo rappresenta uno strumento efficace per studiare nuovi trattamenti. L’ambiente “fisiologico” creato dalla perfusione consente di simulare le condizioni del corpo umano, offrendo un’importante piattaforma di ricerca.
Le malattie metaboliche e il loro impatto
Le malattie metaboliche sono classificate tra le patologie rare e sono causate da difetti genetici. Comprendono oltre 1.500 diverse condizioni, la cui diagnosi avviene attraverso test biochimici e genetici. In Italia, lo screening neonatale è obbligatorio e consente di identificare precocemente più di 40 patologie metaboliche trattabili con terapie dietetiche, farmacologiche o trapianti d’organo. Si stima che un bambino su 500 nasca con una malattia metabolica ereditaria. Tra le patologie più comuni ci sono la fenilchetonuria, la malattia di Gaucher e i difetti del ciclo dell’urea.
Il trapianto di fegato o fegato-rene è una soluzione terapeutica efficace per un numero crescente di malattie metaboliche. L’Ospedale Bambino Gesù è riconosciuto come uno dei centri di riferimento internazionali per il trapianto di fegato. Dal 2008, sono stati eseguiti quasi 400 trapianti, di cui circa 90 per malattie metaboliche. I risultati sono impressionanti: la sopravvivenza perioperatoria è del 100%, e la sopravvivenza a lungo termine per i pazienti affetti da malattie metaboliche varia tra il 96% e il 97%.
Prospettive future della ricerca
Marco Spada e Carlo Dionisi Vici hanno evidenziato che i pazienti sottoposti a trapianto non solo vedono risolti molti problemi legati alla loro patologia, ma mostrano anche un miglioramento significativo nello <strongsviluppo intellettivo. Tecniche avanzate di neuroimaging hanno dimostrato un aumento dello spessore della corteccia cerebrale dopo il trapianto, suggerendo che una riduzione della tossicità della malattia metabolica favorisce uno sviluppo cerebrale ottimale.
Il modello di perfusione sviluppato presso il Bambino Gesù rappresenta un’importante innovazione rispetto ai modelli animali e ai sistemi cellulari, che non riescono a riprodurre la complessità dell’intero organo. Questo approccio permette di valutare con maggiore precisione l’efficacia e la sicurezza delle terapie prima di passare alla sperimentazione clinica. Grazie a questa metodologia, sarà possibile comprendere meglio le malattie metaboliche e testare nuovi farmaci mirati.
Attualmente, il fegato può essere mantenuto in vita fino a una settimana grazie ai progressi nella perfusione extracorporea. L’obiettivo dei ricercatori è ottimizzare ulteriormente il sistema, introducendo funzioni avanzate come la dialisi per prolungare la vitalità dell’organo. Spada ha sottolineato che il modello ha già dimostrato la sua efficacia dopo 72 ore, ma il potenziale di sviluppo è vasto, con possibilità di rivoluzionare non solo la ricerca sulle malattie metaboliche, ma anche il campo dei trapianti.
Le applicazioni di questa tecnologia potrebbero includere la rigenerazione di porzioni di fegato per il trapianto, la modifica delle caratteristiche immunologiche degli organi per ridurre l’uso di farmaci immunosoppressori e persino la cura di fegati danneggiati da steatosi epatica per renderli idonei al trapianto. Le potenzialità di questa ricerca sono enormi, aprendo nuove strade nel trattamento delle malattie metaboliche e nel miglioramento dei risultati clinici per i pazienti.
