Roma, 21 aprile 2025 – “Una perdita enorme, in un momento in cui uomini illuminati come lui erano una luce nel buio”. Con queste parole, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ha accolto la notizia della scomparsa del Pontefice.
Un messaggio di commiato, ma anche di profonda gratitudine, condiviso da tutto l’organismo che rappresenta i camici bianchi italiani. Perché Papa Francesco, per il mondo della sanità, non è stato solo una guida spirituale, ma un punto di riferimento etico e umano, capace di incarnare nel suo ministero lo spirito più autentico della cura.
La chiesa come ospedale da campo
Dalla sua elezione, Papa Bergoglio ha più volte descritto la Chiesa come un “ospedale da campo”: un luogo dove si accoglie, si cura, si ascolta. Una visione che ha fatto breccia anche nel mondo medico, che ha visto nel Papa un alleato nella battaglia quotidiana contro la sofferenza e l’indifferenza. “Sino all’ultimo giorno – ricorda Anelli – è voluto stare in mezzo al suo popolo, mostrando la sofferenza, portando la carezza dell’anima a bambini e a malati come lui”.
Non ha mai smesso di chiedere pace per le terre martoriate dalla guerra, né giustizia per l’ambiente e per l’uomo. Anche quando la voce si affievoliva, il suo messaggio diventava più forte. E proprio questo legame tra parole e silenzi è ciò che, oggi, viene salutato come una delle sue eredità più preziose: una lezione di forza, di dignità, di speranza.
Il Papa accanto a chi cura
Il legame con il mondo medico si è rinsaldato in momenti cruciali. L’immagine del Papa che, da solo, prega in una Piazza San Pietro deserta durante la pandemia, è impressa nella memoria collettiva. “Lo abbiamo sentito vicino – afferma Anelli – quando ci definiva ‘i santi della porta accanto’, quando ci incontrava con parole di incoraggiamento, o quando volle essere tra noi in occasione del Giubileo degli ammalati, nella sua prima uscita dopo il ricovero”.
In quella presenza umile e costante, i medici italiani hanno trovato un riflesso del loro operato. Papa Francesco, nella sua vulnerabilità esibita senza vergogna, ha testimoniato il “miracolo della tenerezza” che è alla base della cura autentica: il farsi carico dell’altro, nella sua interezza, nella sua fragilità.
Un messaggio che resta
Il cordoglio espresso dalla Fnomceo è corale. Accanto al presidente Anelli, si uniscono il vicepresidente Giovanni Leoni, il segretario Roberto Monaco, il tesoriere Brunello Pollifrone, il presidente Cao Andrea Senna, tutto il Comitato centrale, la Cao nazionale, il Collegio dei revisori e i presidenti del Consiglio nazionale. Un messaggio che, oltre la forma istituzionale, rivela una vicinanza profonda e autentica.
“Il Signore lo accolga tra i suoi Santi. Sia fatta la volontà di Dio”. Così si conclude il saluto della comunità medica italiana a colui che, per molti, è stato un dottore dell’anima, un alleato nella cura, una guida nel buio.
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