Vaccino sperimentale contro l’aviaria offre protezione totale dall’H5N1: implicazioni e significato

Un innovativo vaccino contro l’influenza aviaria in fase di sviluppo all’Università di Buffalo offre protezione completa contro la variante letale H5N1, con risultati promettenti nei test sui topi.

Un recente studio condotto all’Università di Buffalo, negli Stati Uniti, ha portato alla luce un innovativo vaccino in fase di sviluppo, capace di fornire una protezione completa contro una variante particolarmente letale del virus H5N1, responsabile dell’influenza aviaria. La ricerca, pubblicata nel 2025 sulla rivista scientifica ‘Cell Biomaterials’, si concentra sulla variante 2.3.4.4b, la quale ha causato focolai significativi tra gli uccelli selvatici e nel pollame, ma ha anche infettato altri animali, tra cui bovini da latte, gatti domestici e leoni marini. I test sono stati effettuati su topi, con risultati promettenti.

Dettagli dello studio e metodologie utilizzate

Nel corso della ricerca, i ricercatori hanno delineato un metodo per produrre dosi contenenti quantità precise di due proteine fondamentali: emoagglutinina (H5) e neuraminidasi (N1). Queste proteine sono cruciali per stimolare il sistema immunitario a combattere l’influenza aviaria. La piattaforma vaccinale sviluppata dai ricercatori potrebbe differenziarsi dai pochi vaccini contro l’influenza aviaria attualmente approvati per uso umano in Stati Uniti e Europa, i quali si concentrano principalmente sulla proteina H5, trascurando l’importanza di N1. Secondo gli esperti, questa nuova strategia potrebbe rappresentare un significativo passo avanti nella creazione di vaccini più efficaci e facili da produrre, necessari per affrontare l’evoluzione dei ceppi di influenza aviaria resistenti ai vaccini esistenti. Jonathan Lovell, professore di Ingegneria biomedica presso l’Università di Buffalo e autore principale dello studio, ha sottolineato l’incoraggiamento dei risultati ottenuti, pur riconoscendo che resta molto lavoro da fare.

Risultati dei test sui topi

Lovell e il suo team hanno testato la nuova piattaforma vaccinale sui topi utilizzando la variante 2.3.4.4b, somministrando dosi contenenti solo H5, solo N1 e una combinazione di entrambi. I risultati hanno rivelato che l’H5 da solo ha garantito una protezione totale, senza segni di malattia, perdita di peso o presenza di virus nei polmoni. Al contrario, N1 ha fornito solo una protezione parziale, con un’efficacia attorno al 70%, e alcuni topi hanno mostrato sintomi e presenza virale. La combinazione di H5 e N1, come vaccino bivalente, ha offerto anch’essa una protezione completa, ma non ha superato l’efficacia di H5 da solo. Questi risultati evidenziano il ruolo cruciale di H5 nello sviluppo dell’immunità contro l’influenza aviaria, agendo come una chiave per l’ingresso del virus nelle cellule ospiti.

Innovazioni nella produzione del vaccino

La piattaforma vaccinale, sviluppata da Lovell, è in fase di sperimentazione da oltre dieci anni e consiste in nanoparticelle sferiche realizzate in cobalto e porfirina, rivestite con un guscio di fosfolipidi, denominate CoPoP. In passato, questa piattaforma è stata testata in studi clinici di fase 2 e 3 in Corea del Sud e nelle Filippine come candidato vaccino anti-Covid, in collaborazione con la società Pop Biotechnologies e la sudcoreana EuBiologics. Per il nuovo vaccino contro l’influenza aviaria, i ricercatori hanno integrato un elemento chiamato his-tag a H5 e N1, che funge da “magnete”, rendendo il processo di produzione più rapido ed efficiente. Inoltre, per potenziare l’efficacia del vaccino, sono stati aggiunti due adiuvanti immunostimolanti nello strato di fosfolipidi.

Il vaccino in fase di sviluppo è classificato come vaccino proteico ricombinante. A differenza dei vaccini tradizionali, che utilizzano versioni vive o inattivate del virus H5N1, questo nuovo approccio si basa su frammenti di materiale genetico (H5 e N1) per stimolare la risposta immunitaria. Lovell ha concluso affermando che, non richiedendo l’uso di uova per la produzione, questo vaccino potrebbe rappresentare una soluzione più rapida ed efficace per proteggere sia gli esseri umani che gli animali da ceppi mortali di influenza aviaria.

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