Università, Messa: “Interruzione dei test di Medicina presenta varie criticità”

Maria Cristina Messa critica l’abolizione del test di ammissione per Medicina, evidenziando rischi per la formazione e la necessità di garantire accesso equo alla telemedicina.

L’ex ministra e attuale direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi, Maria Cristina Messa, ha espresso forti critiche riguardo all’abolizione del test di ammissione per la facoltà di Medicina, decisione presa dal governo Meloni. Secondo Messa, questo provvedimento rappresenta un’azione demagogica che, pur cercando di accontentare le aspettative di molti aspiranti medici e delle loro famiglie, non elimina la necessità di una selezione, ma la posticipa di sei mesi.

Le parole di Maria Cristina Messa

In un’intervista rilasciata al mensile ‘BenEssere’, in edicola dal 17 aprile 2025, Messa ha sottolineato le criticità legate a questa riforma. A suo avviso, la decisione di abolire il test di Medicina non solo non risolve il problema dell’accesso alla facoltà, ma introduce anche disparità legate alle specifiche situazioni degli atenei, dove si svolgeranno i primi esami. La ex ministra ha evidenziato come si stia sottovalutando l’aumento dei costi necessari per mantenere elevati standard di formazione, considerando che si prevede un incremento delle matricole da 20mila a 60mila.

Messa ha anche messo in guardia sui rischi di creare illusioni e delusioni tra i giovani, che si vedranno costretti a rimandare le loro aspirazioni di un semestre. Ricordando il suo periodo al governo, ha affermato di aver mantenuto i test di ammissione, ritenendoli uno strumento necessario per garantire la qualità della formazione medica.

Il ruolo della telemedicina

Durante il colloquio con la direttrice di ‘BenEssere’, Eliana Liotta, Messa ha toccato anche il tema della telemedicina, sottolineando l’importanza di renderla accessibile a tutti. Ha espresso particolare preoccupazione per le persone anziane che potrebbero non avere familiarità con le tecnologie digitali o non possedere dispositivi come smartphone. La direttrice scientifica ha ribadito che, nonostante i vantaggi della telemedicina, è fondamentale non trascurare l’importanza della presenza fisica nella cura dei pazienti.

Messa ha affermato che la telemedicina deve essere un servizio “sociale”, in grado di includere tutte le fasce della popolazione e non solo quelle più avvantaggiate. La sua posizione evidenzia l’importanza di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e necessità umane, per garantire una sanità che sia realmente accessibile e utile a tutti.

La discussione sull’abolizione del test di Medicina e il futuro della formazione medica in Italia rimane aperta, con Messa che continua a sollevare questioni cruciali per il sistema educativo e sanitario del paese.

Condivi su: