L’evento di Adnkronos Q&A ha messo in luce la fiducia degli italiani nella sanità pubblica, nonostante la crescente necessità di ricorrere a quella privata a causa delle lunghe liste d’attesa. Questo è emerso da un sondaggio condotto tra oltre 6.000 utenti dal 25 febbraio al 3 marzo 2025, in preparazione al dibattito “Salute e Sanità, il doppio binario”, tenutosi il 10 aprile 2025 presso il Palazzo dell’Informazione.
Il dibattito sulla sanità pubblica e privata
Durante l’incontro, hanno partecipato figure di spicco come il ministro della Salute Orazio Schillaci, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, il presidente di Aifa Robert Nisticò e la responsabile Salute e sanità del Partito Democratico Marina Sereni. Le opinioni espresse dai partecipanti hanno evidenziato una situazione complessa: il 65% degli intervistati ha dichiarato di avere fiducia nel servizio sanitario pubblico, mostrando una certa consapevolezza riguardo alle differenze tra le cure pubbliche e private. Tuttavia, il 44% dei rispondenti ha dovuto ricorrere alla sanità privata nell’ultimo anno, principalmente a causa delle lunghe liste d’attesa. Questo ha portato il 62% degli utenti a rinunciare a esami programmati, sollevando interrogativi sulla capacità del sistema pubblico di soddisfare le esigenze dei cittadini.
I dazi sui farmaci e le loro implicazioni
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sollevato la questione dei dazi sui farmaci, sottolineando la sensibilità del tema. Ha affermato che il rinvio di tre mesi della loro applicazione offre un’opportunità per trovare soluzioni adeguate. Schillaci ha ricordato che inizialmente i farmaci non erano inclusi tra gli oggetti soggetti a dazi e ha avvertito delle possibili ripercussioni sulla disponibilità dei farmaci negli Stati Uniti e in Europa, dove molti principi attivi provengono da paesi come Cina e India. La questione dei dazi non è solo economica, ma ha un impatto diretto sulla salute pubblica, rendendo necessario un approccio coordinato.
La sfida dell’antibiotico resistenza
Un tema centrale emerso dall’incontro è l’antibiotico resistenza, una problematica che affligge la salute pubblica a livello globale. Robert Nisticò, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, ha evidenziato che milioni di persone nel mondo affrontano infezioni resistenti ai trattamenti antibiotici, con conseguenze gravi, comprese complicazioni fatali. Nisticò ha avvertito che, se non si agisce tempestivamente, l’antimicrobico resistenza potrebbe diventare la principale causa di morte entro il 2050, con costi annuali per l’Italia stimati in 2,4 miliardi di euro e 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di questo fenomeno.
Il ruolo dell’industria farmaceutica e dell’informazione
L’industria farmaceutica si è dichiarata pronta a collaborare per garantire l’accesso ai farmaci innovativi. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha sottolineato l’importanza di una giusta remunerazione da parte del sistema sanitario e di un accesso centralizzato reso possibile dalla riforma di AIFA, che ha eliminato alcune barriere regionali. Cattani ha anche evidenziato la necessità di rendere l’industria più attrattiva per gli investimenti, in un contesto economico competitivo.
Infine, Fabio Insenga, vicedirettore di Adnkronos, ha posto l’accento sull’importanza dell’informazione nel processo di trasformazione della sanità pubblica. Ha affermato che è fondamentale stimolare il cambiamento attraverso l’analisi e le domande adeguate, affinché si possano ottenere risposte efficaci alle sfide attuali.
