Francesco Cognetti, presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce), ha lanciato un appello urgente durante un webinar tenutosi il 15 gennaio 2025, evidenziando la necessità di un incremento significativo degli investimenti e delle campagne informative riguardanti i vaccini e gli screening. Secondo Cognetti, l’Italia ha dedicato solo il 4,8% della propria spesa sanitaria totale alla prevenzione nel 2022 e il 4,5% nel 2023, posizionandosi così dietro a quasi tutti i Paesi dell’Europa Occidentale e all’ultimo posto tra i membri del G7.
La spesa per la prevenzione è scesa drasticamente, passando da 10 miliardi a 8 miliardi e 453 milioni di euro, con una diminuzione del 18,6% tra il 2022 e il 2023. Questa situazione è preoccupante, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove oltre il 24% della popolazione ha più di 65 anni e molti di questi presentano almeno due malattie croniche. Cognetti ha sottolineato che è fondamentale investire nella prevenzione, in particolare attraverso il potenziamento delle vaccinazioni e degli screening oncologici. Tuttavia, i tassi di adesione ai programmi di screening rimangono insufficienti, lontani dagli obiettivi stabiliti dalle istituzioni internazionali.
Adesione ai programmi di screening oncologici
Cognetti ha proseguito la sua analisi sottolineando che nel 2023 l’adesione ai programmi di screening oncologici ha mostrato risultati disomogenei a livello territoriale. In particolare, il Lazio e le regioni meridionali hanno registrato tassi d’adesione drammaticamente bassi. Solo un terzo degli over 50 ha partecipato alla ricerca del sangue occulto nelle feci, mentre le donne hanno riportato tassi di adesione del 53% per la mammografia e del 46% per l’Hpv o Pap test. L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi, chiedendo ai Paesi membri di raggiungere il 90% di adesione entro il 2025, un traguardo che al momento sembra irraggiungibile per l’Italia.
Cognetti ha evidenziato che questi esami, completamente gratuiti per le popolazioni target, sono cruciali per la diagnosi precoce di tumori comuni come quelli del colon-retto, della cervice uterina e del seno. Questi tre tipi di tumori hanno colpito oltre 104.000 persone nel Paese solo nell’anno precedente. Ha anche sottolineato l’importanza della mammografia, che, se eseguita regolarmente, può ridurre significativamente la mortalità per cancro al seno. È stata recentemente bocciata in Parlamento una proposta di emendamento che prevedeva un finanziamento di 6 milioni di euro in tre anni per estendere lo screening mammografico a fasce d’età più ampie.
Vaccinazioni e prevenzione delle malattie
Cognetti ha continuato a parlare dell’importanza della vaccinazione contro il Papillomavirus, che potrebbe eliminare oltre 7.500 casi di tumore all’anno in Italia. Attualmente, la copertura vaccinale per le coorti più giovani è ben al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Alberto Villani, direttore della Pediatria dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha aggiunto che la copertura per il vaccino esavalente, che protegge i bambini da malattie gravi, è scesa al 91% nel 2022, inferiore al 95% raccomandato.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, ha evidenziato che anche le vaccinazioni per gli adulti non raggiungono risultati soddisfacenti. Solo poco più del 50% degli adulti è immunizzato contro l’influenza stagionale, e la copertura per il pneumococco e l’Herpes zoster è ancora più bassa. La carenza di vaccinazioni potrebbe comportare costi significativi per il sistema sanitario, stimati in circa 10 miliardi di euro.
Rischi legati al Covid-19 e alla diffidenza verso i vaccini
Giovanni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha richiamato l’attenzione sulla situazione del Covid-19, sottolineando che solo il 16% degli over 80 si è vaccinato per la stagione 2023-24. Questo dato colloca l’Italia al 16esimo posto tra i Paesi europei, mentre in altre nazioni la copertura vaccinale si attesta tra il 60 e il 90%. Nonostante il periodo più critico della pandemia sia passato, il Covid continua a rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Sergio Abrignani, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze cliniche e di comunità dell’università Statale di Milano, ha messo in evidenza la crescente diffidenza verso i vaccini, un fenomeno preoccupante che interessa anche Paesi tradizionalmente scientifici come gli Stati Uniti. Ha sottolineato l’importanza di rafforzare la scienza e di promuovere la fiducia nei vaccini, che hanno dimostrato di essere fondamentali per affrontare la pandemia e altre emergenze sanitarie.
Cognetti ha concluso il suo intervento affermando che la situazione della prevenzione sanitaria in Italia è insufficiente e che non basta investire risorse economiche. È fondamentale avviare campagne di sensibilizzazione per contrastare le false credenze e le diffidenze nei confronti delle vaccinazioni e degli screening, al fine di garantire una maggiore protezione per la salute della popolazione.
