La leucemia mieloide cronica rappresenta un significativo passo avanti nel campo delle terapie oncologiche, come evidenziato da Elisabetta Abruzzese, dirigente medico di Ematologia presso l’Ospedale Sant’Eugenio di Roma. Durante il press talk organizzato da Novartis, intitolato “Qualità di vita e Leucemia Mieloide Cronica: la ricerca che dà voce ai pazienti”, tenutosi a Milano nel mese di marzo 2025, la dottoressa ha sottolineato i progressi ottenuti nella cura di questa malattia.
Progressi nella cura della leucemia mieloide cronica
Negli ultimi anni, la leucemia mieloide cronica ha visto un’evoluzione radicale nel trattamento. Fino a qualche tempo fa, questa malattia portava a una mortalità del 50% entro cinque anni dalla diagnosi, con l’unica opzione di cura rappresentata dal trapianto di midollo osseo, riservato ai pazienti più giovani. Oggi, grazie all’introduzione di terapie mirate, i pazienti possono contare su una gamma di farmaci efficaci, che hanno trasformato la leucemia mieloide cronica in una patologia cronicizzata.
La dottoressa Abruzzese ha evidenziato come, grazie a queste innovazioni, la durata della sopravvivenza dei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica sia ora paragonabile a quella della popolazione sana. Questo cambiamento non solo migliora le prospettive di vita, ma ha anche un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, che possono gestire la malattia in modo più efficace e con meno limitazioni.
Il ruolo della ricerca nella qualità della vita dei pazienti
La ricerca continua a giocare un ruolo cruciale nel miglioramento delle opzioni terapeutiche per i pazienti con leucemia mieloide cronica. Durante l’incontro di Milano, sono stati presentati dati e testimonianze che dimostrano come le nuove terapie non solo aumentino la sopravvivenza, ma migliorino anche il benessere complessivo dei pazienti. L’approccio multidisciplinare e l’attenzione alle esigenze specifiche dei pazienti sono elementi fondamentali per garantire un’assistenza di alta qualità.
In questo contesto, la collaborazione tra istituzioni sanitarie, ricercatori e aziende farmaceutiche come Novartis si rivela essenziale. Gli sforzi congiunti mirano a sviluppare trattamenti personalizzati e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della diagnosi precoce e dell’accesso a terapie innovative.
La dottoressa Abruzzese ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di continuare a investire nella ricerca per garantire che i progressi nel trattamento della leucemia mieloide cronica possano raggiungere un numero sempre maggiore di pazienti, migliorando così la loro qualità della vita e le prospettive future.
