Dagli Stati Uniti all’Italia: al San Camillo di Roma un dispositivo hi-tech per la chirurgia oncologica di precisione

Un innovativo dispositivo per la localizzazione dei tumori al seno è stato introdotto all’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, migliorando la chirurgia oncologica di precisione.

Un nuovo dispositivo innovativo, di dimensioni ridotte e progettato per la localizzazione dei tumori al seno, è stato recentemente introdotto presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Questa tecnologia, proveniente dagli Stati Uniti, rappresenta un passo avanti significativo nella chirurgia oncologica di precisione. Il 8 aprile 2025, l’ospedale ha annunciato l’implementazione di un trasmettitore di onde elettromagnetiche a infrarossi non radioattive, concepito per identificare neoplasie al seno non palpabili.

Caratteristiche del dispositivo

Il nuovo dispositivo, che può essere descritto come un piccolo “semino” dotato di due antenne, è in grado di localizzare i tumori al seno fin dalle prime fasi. La Uosd Chirurgia oncologica della mammella, parte della Breast Unit dell’ospedale romano, ha spiegato che il trasmettitore può essere impiantato direttamente nel tessuto mammario o nei linfonodi, utilizzando tecniche di imaging come la mammografia o l’ecografia. Questa innovazione rende il San Camillo il primo ospedale nel Lazio e nel Centro-Sud Italia a dotarsi di tale tecnologia.

Una volta impiantato, il dispositivo emette onde elettromagnetiche che vengono captate da un ricevitore portatile presente in sala operatoria. Queste onde vengono convertite in segnali acustici, consentendo ai chirurghi di misurare con precisione la distanza tra il tumore e i margini di resezione. Questo approccio migliora la capacità di effettuare interventi chirurgici più radicali, preservando al contempo i tessuti sani e la forma naturale della mammella.

Vantaggi per le pazienti

Uno degli aspetti più significativi di questa nuova tecnologia è la possibilità di impiantare il dispositivo durante la microbiopsia diagnostica del nodulo sospetto. Questo elimina la necessità di ulteriori procedure invasive, consentendo alle pazienti di evitare un secondo intervento per l’inserimento di un repere metallico, che tradizionalmente segnalava al chirurgo la posizione esatta del tumore.

Fabio Di Cesare, responsabile della Uosd Chirurgia oncologica della mammella, ha sottolineato l’importanza di questa innovazione: “Questo piccolo dispositivo consente una chirurgia ancora più precisa e, soprattutto, evita alle pazienti – già provate da un’esperienza difficile come l’intervento per tumore al seno – di dover affrontare un’ulteriore procedura invasiva e comunque fastidiosa, sebbene svolta in anestesia locale, come l’inserimento del repere metallico.” Inoltre, il mantenimento della normale forma e dimensione della ghiandola mammaria ha un forte impatto psico-emotivo sulle pazienti, risultando cruciale per le cure successive.

L’introduzione di questa tecnologia rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro al seno, migliorando non solo l’efficacia degli interventi chirurgici, ma anche il benessere delle pazienti.

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