Il 14 marzo 2025, Massimo Claudio Fantini, segretario generale del Gruppo Italiano per lo Studio delle Malattie Infiammatorie Intestinali (Ig-Ibd) e professore di Gastroenterologia presso l’Università degli Studi di Cagliari, ha condiviso notizie significative riguardanti l’approvazione del farmaco Mirikizumab per il trattamento della malattia di Crohn in Europa. Questo anticorpo monoclonale, che agisce bloccando l’interleuchina 23 (Il-23), rappresenta un passo avanti nella gestione di una patologia che colpisce molti pazienti, causando sintomi debilitanti come diarrea e dolore addominale.
Il meccanismo d’azione di Mirikizumab
Mirikizumab si distingue per la sua capacità di intervenire in modo selettivo sull’interleuchina 23, un fattore chiave nell’infiammazione cronica dell’intestino. Fantini ha spiegato che questa molecola è responsabile di una serie di sintomi gravi e di complicazioni a lungo termine, come stenosi e fistole, che spesso necessitano di interventi chirurgici. La nuova terapia, già approvata per la colite ulcerosa, offre ora una soluzione per i pazienti affetti da malattia di Crohn, una condizione che, fino ad oggi, ha avuto opzioni terapeutiche limitate.
La notizia dell’approvazione ha suscitato grande entusiasmo nel mondo medico, poiché offre una nuova opportunità per migliorare la qualità della vita dei pazienti, riducendo i sintomi e le complicazioni associate alla malattia. Fantini ha sottolineato che l’introduzione di Mirikizumab permetterà di affrontare la malattia di Crohn con un approccio innovativo, potenzialmente in grado di portare a risultati clinici significativi.
I risultati degli studi clinici
L’approvazione di Mirikizumab si basa su un programma di sviluppo clinico complesso, che ha incluso gli studi denominati Vivid 1 e Vivid 2. Il primo studio ha esaminato l’efficacia del farmaco sia nel breve che nel lungo termine, mentre il secondo ha prolungato il trattamento oltre i due anni. Fantini ha evidenziato che i risultati ottenuti sono stati molto promettenti, con quasi il 50% dei pazienti che hanno mostrato una risposta clinica a 12 settimane e hanno raggiunto la remissione completa dei sintomi entro un anno.
Un aspetto particolarmente rilevante è che questa remissione è avvenuta senza la necessità di corticosteroidi, un tipo di trattamento spesso associato a effetti collaterali significativi. Inoltre, i dati raccolti hanno mostrato una remissione endoscopica, segnalando la guarigione delle ulcere intestinali. Fantini ha aggiunto che la terapia ha anche contribuito a migliorare sintomi clinici come l’urgenza evacuativa, che influisce notevolmente sulla qualità della vita dei pazienti.
Prospettive future per i pazienti
I dati provenienti dallo studio Vivid 2 hanno rivelato che circa l’80-90% dei pazienti che hanno iniziato il trattamento con Mirikizumab sono rimasti in remissione. Questo è un segnale incoraggiante per i medici e i pazienti, poiché suggerisce che la terapia non solo è efficace nel breve termine, ma offre anche benefici a lungo termine. Fantini ha sottolineato che, se il farmaco funziona per un paziente, è probabile che continui a farlo nel tempo, aprendo la strada a una gestione più efficace della malattia.
La mancanza di una cura definitiva per le malattie infiammatorie intestinali è ben nota, ma l’arrivo di nuovi farmaci con meccanismi d’azione innovativi rappresenta una possibilità concreta per i pazienti di mantenere la remissione più a lungo. Queste novità possono cambiare radicalmente il panorama terapeutico per chi vive con la malattia di Crohn, offrendo speranza e una migliore qualità di vita.
