L’Antico Ospedale San Gallicano di Roma ha celebrato oggi, 10 aprile 2025, un traguardo significativo: i 300 anni dalla posa della sua prima pietra. Questo evento non è solo un momento di celebrazione, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sui valori e sugli obiettivi che hanno guidato la sua creazione e che continuano a ispirarne l’evoluzione. Conosciuto affettuosamente come “l’ospedalone” dai romani e dai trasteverini, il San Gallicano si è affermato nel corso dei secoli come un punto di riferimento nella cura dei più vulnerabili, specializzandosi in dermatologia e venereologia. Riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) dal 1939, l’ospedale ha saputo adattarsi alle esigenze della sanità moderna, trasferendosi nel 2000 nella sua attuale sede all’Eur, per offrire spazi più adeguati alla ricerca e all’assistenza specialistica.
Le origini del nome e la figura di Flavio Gallicano
L’origine del nome dell’ospedale è legata a Flavio Gallicano, un console romano vissuto intorno al 330 d.C., noto per le sue virtù e le sue imprese militari in Tracia, che guadagnarono il favore dell’imperatore Costantino I. Secondo gli Acta S. Gallicani, la fede profonda di Gallicano lo portò a ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi all’assistenza di pellegrini, poveri e malati. La sua vita si concluse tragicamente nel 362 ad Alessandria, dove continuò la sua opera di carità. Nel corso dei secoli, il suo lascito ha trovato espressione in tre istituzioni che collaborano sinergicamente: gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (Ifo), l’Istituto Nazionale per le Malattie Tumorali Regina Elena (Ire) e l’Istituto Dermatologico San Gallicano (Isg), insieme all’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti (Inmp) e alla Comunità di Sant’Egidio. Queste realtà, pur avendo missioni diverse, condividono l’impegno di mettere la persona al centro delle loro attività, continuando a guardare al futuro con un approccio innovativo e inclusivo.
Le celebrazioni e i messaggi dei rappresentanti istituzionali
La giornata di celebrazione è stata aperta da importanti figure istituzionali, tra cui il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Durante i loro interventi, hanno evidenziato l’importanza storica dell’anniversario, sottolineando come il San Gallicano rappresenti un ponte tra il passato e le nuove sfide della sanità e dell’assistenza sociale. Il Ministro Schillaci ha affermato che l’ospedale non è solo un pezzo di storia della sanità italiana, ma un esempio concreto di come l’impegno per la salute pubblica possa generare un’eredità duratura. Il Presidente Rocca ha messo in evidenza il valore pionieristico del San Gallicano nella cura delle malattie della pelle, ricordando che, nonostante i progressi sociali ed economici, il bisogno di assistenza sanitaria per le persone più vulnerabili resta attuale. Monsignor Paglia ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una nuova creatività nell’affrontare le sfide sociali, affermando che il San Gallicano è un simbolo di accoglienza e solidarietà.
Il ruolo attuale dell’ospedale e le sfide future
L’Antico Ospedale San Gallicano mantiene intatta la sua vocazione originaria, operando oggi in sinergia con l’Inmp e la Comunità di Sant’Egidio. Cristiano Camponi, Direttore Generale dell’Inmp, ha sottolineato come l’istituto si impegni quotidianamente per contrastare le disuguaglianze di salute, collaborando con le Regioni e con enti sia pubblici che privati. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha paragonato l’ospedale a un “ospedale da campo”, evidenziando l’importanza della solidarietà e dell’amicizia nel fornire supporto a chi si trova in difficoltà. L’evento ha anche incluso una lecture di Maria Conforti, storica della medicina, che ha ripercorso la storia dell’ospedale e il suo ruolo cruciale nella sanità e nella società. Il futuro del San Gallicano appare luminoso, con l’impegno costante di tutti i professionisti coinvolti, pronti a continuare la tradizione di cura e innovazione per il bene della comunità.
