Un’insidia invisibile potrebbe minacciare la salute del cuore, anche in persone con un peso nella norma. Si tratta del grasso intramuscolare, un accumulo che si annida tra i muscoli e che, secondo uno studio pubblicato sull’European Heart Journal, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari in modo indipendente dall’indice di massa corporea. Questa scoperta mette in discussione gli strumenti tradizionali utilizzati per valutare i rischi cardiaci, suggerendo che l’obesità non è l’unico fattore determinante.
Le cause e i fattori di rischio
Il grasso intramuscolare si accumula in quantità variabili da persona a persona, anche tra coloro che non presentano obesità. Secondo i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School, questo tipo di grasso potrebbe essere influenzato da fattori genetici, da uno stile di vita sedentario e da un’alimentazione squilibrata. Il metabolismo alterato, l’infiammazione cronica e la resistenza all’insulina sono meccanismi strettamente legati alla presenza di questo grasso, che si accumula lentamente senza dare segnali evidenti.
Sintomi e segnali di allarme
Uno degli aspetti più insidiosi del grasso intramuscolare è la sua difficoltà di rilevamento. Non provoca sintomi specifici, ma il suo impatto è visibile solo attraverso tecnologie avanzate come la tomografia computerizzata (TC) o la PET/TC cardiaca. Tuttavia, alcuni segnali indiretti, come dolore toracico persistente, mancanza di respiro e affaticamento inspiegabile, potrebbero indicare un rischio cardiovascolare da non sottovalutare. Lo studio ha evidenziato che il grasso intramuscolare danneggia i piccoli vasi sanguigni del cuore, aumentando il rischio di disfunzione microvascolare coronarica.
Prevenzione e trattamenti possibili
Per contrastare il rischio legato al grasso intramuscolare, è fondamentale adottare uno stile di vita sano. L’esercizio fisico regolare, con una particolare attenzione agli allenamenti di resistenza, aiuta a ridurre la quantità di grasso nei muscoli e a migliorare la composizione corporea. Una dieta bilanciata, ricca di nutrienti e povera di grassi saturi, è altrettanto cruciale.
Dal punto di vista medico, sono in corso studi per valutare l’impatto delle nuove terapie basate sull’incretina, che potrebbero influenzare il grasso intramuscolare. Anche i farmaci per la perdita di peso e la chirurgia bariatrica sono considerati potenziali strategie, ma la loro efficacia sul grasso intramuscolare richiede ulteriori indagini.
Consigli pratici
Monitorare regolarmente la salute cardiovascolare attraverso visite mediche e controlli specifici è un passo essenziale per prevenire i problemi legati al grasso intramuscolare. Integrare l’attività fisica nella routine quotidiana, anche solo con passeggiate o esercizi semplici, può fare una grande differenza. Infine, ridurre lo stress e adottare un’alimentazione equilibrata non solo aiutano a contrastare il grasso intramuscolare, ma migliorano il benessere generale.
Questa scoperta rappresenta un punto di svolta per la cardiologia preventiva, sottolineando l’importanza di valutare non solo il peso corporeo, ma anche la composizione corporea e il grasso nascosto nei muscoli. Si spera che le nuove tecnologie e i trattamenti innovativi possano offrire risposte concrete a questa sfida. (fonte: Adnkronos)