L’inverno porta con sé un mix di virus respiratori che coinvolgono milioni di persone in Italia e nel mondo. Dall’influenza australiana al Covid, fino a episodi di aviaria e metapneumovirus, è fondamentale conoscere i rischi e adottare misure preventive per proteggere la salute.
In Italia, oltre cinque milioni di persone sono attualmente a letto con sintomi influenzali. Un dato inferiore rispetto allo scorso anno, quando il picco si registrò a metà gennaio, complice un inverno mite. La circolazione virale attuale comprende un mix di virus respiratori, tra cui il virus influenzale H3N2 di origine australiana, meno prevalente rispetto alle previsioni, e l’H1N1, noto per sintomi più leggeri. Tra gli altri virus presenti figurano il Covid, ancora attivo seppur con minore aggressività, il virus respiratorio sinciziale e l’adenovirus.
Secondo il professor Fabrizio Pregliasco, la riapertura delle scuole e l’arrivo del gelo favoriranno un aumento dei casi nelle prossime settimane, con un probabile picco a fine mese.
Prevenzione e raccomandazioni
Per affrontare questa stagione influenzale, si consiglia riposo, idratazione e un uso responsabile di farmaci, evitando antibiotici fai da te. Le misure preventive apprese durante la pandemia, come l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani, restano fondamentali. Questi comportamenti non solo riducono il rischio influenzale, ma rappresentano una barriera efficace contro eventuali future pandemie.
Il metapneumovirus umano in Cina
In Cina settentrionale, il metapneumovirus umano (Hmpv) ha causato un aumento significativo di infezioni, soprattutto tra i bambini sotto i 14 anni. Sebbene non si tratti di un nuovo virus, ma di uno scoperto nel 2001, la sua diffusione recente ha sollevato preoccupazioni. Questo virus, trasmesso per via respiratoria e attraverso superfici contaminate, può provocare malattie gravi come bronchite e polmonite nei soggetti più vulnerabili. Tuttavia, le autorità sanitarie cinesi ritengono improbabile che la situazione attuale evolva in una pandemia.
L’influenza aviaria negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso legato all’influenza aviaria A (H5N1). Un uomo di 65 anni, già debilitato, è stato contagiato da un animale da cortile. Questo episodio sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sugli allevamenti intensivi, poiché ogni nuovo caso nell’uomo potrebbe offrire al virus opportunità di evolvere. È cruciale essere preparati a eventuali emergenze, sia in termini di vaccini disponibili sia di sviluppo di terapie antivirali efficaci.
Il valore della prevenzione
La prevenzione e la consapevolezza rimangono armi essenziali per affrontare l’attuale stagione virale. Abitudini quotidiane sane, un approccio responsabile all’automedicazione e l’adozione di misure igieniche apprese durante la pandemia rappresentano strumenti efficaci per proteggere se stessi e gli altri.
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