Il panorama sanitario europeo rivela che i cittadini italiani beneficiano di diritti significativi riguardo all’accesso ai medicinali oncologici. Con un tasso di rimborsabilità delle nuove terapie anticancro che si attesta all’83%, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa, superata solo dalla Germania. Le recenti analisi, condotte dallo Swedish Institute for Health Economics, offrono uno sguardo approfondito sulla situazione attuale, mettendo in evidenza tanto i progressi, quanto le sfide che il sistema sanitario italiano deve affrontare.
Ottenere accesso alle cure: un confronto europeo
Le cifre parlano chiaro: mentre l’Italia gode di un accesso relativamente rapido alle cure oncologiche innovative, l’attesa media è di 417 giorni dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea dei Medicinali . Questo è un dato preoccupante, soprattutto se paragonato alla media dell’Unione Europea, che si attesta a 559 giorni. Ancora più significative sono le differenze con Paesi come la Francia e la Spagna, con attese rispettivamente di 548 e 725 giorni. Questi risultati evidenziano che, sebbene il percorso di accesso non sia privo di difficoltà, l’Italia riesce a mantenere tempi più brevi rispetto ad altre nazioni.
Il convegno organizzato a Roma da Msd Italia, intitolato “Inventing for lung,” ha rappresentato un’importante occasione per discutere i progressi e le criticità nell’ambito delle terapie per il tumore al polmone. L’analisi presentata ha fornito dati cruciali per valutare l’efficacia del sistema sanitario nel garantire accesso equo e tempestivo a queste cure vitali.
Struttura regolatoria italiana: vantaggi e ritardi
L’architettura regolatoria italiana, come spiegato dalla presidente di Salute Donna Odv, Anna Maria Mancuso, si distingue nel panorama europeo. Dopo l’approvazione da parte dell’Aifa, i nuovi medicinali devono essere valutati da commissioni locali per il loro inserimento nei Prontuari Terapeutici Regionali. Questa procedura, sebbene giustificata nel garantire la qualità e l’appropriatezza delle cure, comporta inevitabili ritardi nell’accesso alle terapie per i pazienti.
A fronte di queste sfide, il Fondo per i Farmaci Innovativi ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale nel migliorare i tempi di accesso alle terapie. L’istituzione di questo fondo ha contribuito a un accesso più uniforme e tempestivo a trattamenti oncologici avanzati, riducendo le disparità tra regioni. Tuttavia, è importante sottolineare che nel 2023, il budget previsto era di 1,2 miliardi di euro, ma solo 770 milioni sono stati spesi, lasciando un avanzo di 430 milioni. Questi dati sollevano interrogativi sull’efficacia e l’ottimale utilizzo delle risorse, sollecitando un’analisi attenta dell’attivazione di tali fondi.
Le criticità da affrontare: utilizzo del fondo e proposte di miglioramento
Nonostante i risultati positivi, il report annuale rivela alcune criticità che necessitano di attenzione, in particolare l’insufficiente utilizzo del Fondo per i Farmaci Innovativi. Questo fondo, sebbene rappresenti una risorsa fondamentale, ha visto un utilizzo parziale delle sue potenzialità, come evidenziato dai dati sul budget non speso. Disparità nel trattamento e nell’accesso possono, quindi, persistere se non si interviene prontamente.
Una proposta chiara emersa dal rapporto è quella di includere nel fondo anche farmaci a innovatività condizionata, che attualmente non riceverebbero rimborsi. Questo ampliamento potrebbe rimuovere ulteriormente i limiti esistenti e garantire a più pazienti accesso ai trattamenti necessari. Inoltre, è fondamentale sostenere gli incentivi per le aziende farmaceutiche, in modo che siano motivate a investire nell’innovazione e a produrre terapie all’avanguardia.
Thomas Horfmacher, Research Director di Ihe, ha sottolineato l’importanza del fondo nel promuovere un accesso equo ai farmaci innovativi, riportando che alcune misure di miglioramento sono già state incluse nell’ultima legge di bilancio. Questi sviluppi sono promettenti e potrebbero contribuire significativamente a migliorare l’accesso alle cure oncologiche nel Paese, tuttavia è imperativo mantenere attivi gli incentivi affinché le ricerche continuino a produrre nuovi e efficaci trattamenti.
I dati e le valutazioni presentate mettono quindi in luce un quadro in evoluzione, dove l’Italia si trova in una posizione favorevole rispetto all’accesso ai farmaci oncologici, ma non senza sfide da affrontare per garantire a tutti i pazienti le cure di cui hanno bisogno e in tempi adeguati.