I benefici della dieta mediterranea, in particolare quando arricchita da alimenti biologici, sono oggetto di un nuovo studio condotto dall’Università di Roma Tor Vergata. I risultati ottenuti da questo progetto di ricerca, guidato dalla Prof.ssa Laura Di Renzo, mostrano un significativo miglioramento della salute dei partecipanti, evidenziando l’impatto positivo di tali alimenti sul microbiota intestinale e sui rischi cardiovascolari. In questo articolo, esploreremo i risultati chiave e le implicazioni di questa ricerca.
I risultati chiave dello studio sulla dieta mediterranea biologica
La ricerca ha messo in luce che l’adozione di una dieta biologica di tipo mediterraneo ha portato a un aumento significativo del 25% delle famiglie di batteri antiossidanti nei microbiota intestinali dei volontari, a fronte di una diminuzione del 50% dei batteri pro-ossidanti. Questi cambiamenti sono associabili a una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie a un effetto generale che favorisce l’immunità e la disintossicazione dell’organismo.
In particolare, si è registrato un calo notevole dei grassi saturi, elementi notoriamente legati a un aumento del rischio cardiovascolare. L’indice di aterogenicità, che misura il potenziale di formazione di placche aterosclerotiche, è passato da 0,29 a 0,16, mentre l’indice di trombogenicità, che valuta la possibilità di coagulazioni e malattie legate, ha mostrato un calo da 0,42 a 0,20. Questi dati suggeriscono un miglioramento sostanziale nella qualità della dieta e, di conseguenza, nella salute generale dei partecipanti.
In aggiunta, si è riscontrato un aumento quasi quadruplicato della capacità antiossidante fisiologica, che è cruciale per contrastare l’invecchiamento cellulare e le malattie degenerative. I punteggi delle unità ORAC, utilizzate per misurare la capacità di assorbimento dei radicali liberi, sono passati da 5.870 a 20.573. Questi risultati rimarcano l’importanza della dieta mediterranea biologica nel sostenere la salute a lungo termine.
La campagna di comunicazione e il coinvolgimento dei volontari
Per disseminare i risultati della ricerca, è stata avviata una campagna di comunicazione realizzata da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico. Questa iniziativa ha come protagonisti due volontari, Tatiana e Dario, che sono stati seguiti durante gli interventi dietetici e hanno condiviso le loro esperienze attraverso i canali social della campagna “Il Bio dentro di noi“.
I risultati ottenuti da Tatiana e Dario sono stati esemplificativi della tendenza generale: entrambi hanno riportato un aumento dei batteri benefici e una significativa riduzione di quelli associati all’infiammazione. Numeri alla mano, hanno persino perso circa un chilo di peso durante il periodo di seguire una dieta mediterranea biologica. Questo aspetto evidenzia non solo i benefici sanitari, ma anche l’efficacia della dieta nel favorire un equilibrio corporeo ottimale.
La presentazione della campagna si è svolta presso la Camera dei deputati, un’importante tappa per sensibilizzare il pubblico all’importanza di scelte alimentari sane e sostenibili. I relatori, tra cui Prof.ssa Di Renzo e professor Antonino De Lorenzo, hanno sottolineato la rilevanza scientifica dei risultati ottenuti.
La rilevanza scientifica dello studio e l’analisi dell’esposoma
Il progetto di ricerca, denominato IMOD , ha fornito dati preziosi sulla salute dei partecipanti, analizzando vari parametri attraverso un database innovativo. La Prof.ssa Di Renzo ha spiegato che il cuore dello studio ha riguardato l’esposoma, un concetto che racchiude l’insieme dei fattori, interni ed esterni, che influenzano la salute umana.
Il focus principale è stata l’analisi di quanto le abitudini alimentari impattino sul benessere dei soggetti. I risultati hanno evidenziato come, seguendo una dieta esclusivamente biologica, si riduca notevolmente l’esposizione a sostanze chimiche nocive, come pesticidi e fertilizzanti sintetici. Tali riduzioni alleggeriscono il carico tossico sul corpo, migliorando le difese naturali contro infiammazioni e danni cellulari.
Un’altra scoperta significativa riguarda l’Indice di Adeguatezza Mediterranea dei partecipanti, che è passato da 1,4 a oltre 15 . Nonostante l’idea comune di seguire una dieta mediterranea, i dati indicano che molti italiani non si avvicinano ai modelli ideali, caratterizzati da un’equilibrata assunzione di vegetali, cereali, legumi e frutta.
Sostenibilità ambientale e impatto della dieta
Un ulteriore aspetto emerso dallo studio è la sostenibilità della dieta mediterranea biologica. Durante il mese di osservazione, si è osservato un calo dell’impronta idrica, da 64.475 litri a 44.705 litri per persona, con un risparmio di circa 20.000 litri. Questo dato rappresenta una quantità d’acqua sufficiente per circa 250 docce, sottolineando come le scelte alimentari possano avere un impatto diretto sulle risorse idriche.
Tuttavia, non è solo l’acqua a essere interessata: anche l’impronta carbonica ha subito una diminuzione, passando da 40,25 a 38,13 kg di CO₂ equivalenti. Ciò significa una riduzione significativa delle emissioni di gas serra, a conferma dell’importanza di adottare modelli alimentari ecosostenibili.
Luigi D’Eramo, sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, ha rimarcato come una combinazione tra dieta mediterranea e alimenti biologici rappresenti un modello da seguire per la salute e l’ambiente. È fondamentale promuovere consumi alimentari sostenibili e informare le nuove generazioni sugli enormi benefici di una nutrizione di qualità, in particolare nelle mense scolastiche, per garantire un futuro più sano e consapevole.