Roma Tor Vergata promuove un nuovo modello di medicina di strada per i senza dimora

L’Università di Roma Tor Vergata lancia un progetto di medicina di strada per migliorare la vita delle persone senza dimora, formando professionisti in grado di offrire assistenza sanitaria e sociale nei contesti vulnerabili.
Roma Tor Vergata promuove un nuovo modello di medicina di strada per i senza dimora - Salutextutti.it

L’Università di Roma Tor Vergata ha recentemente avviato un’importante iniziativa volta a implementare un modello di medicina di strada che miri a migliorare la vita delle persone senza dimora. Questo progetto, intitolato “I volti della povertà estrema: gli homeless. Progettare un nuovo modello sociosanitario“, è stato inaugurato dal rettore Nathan Levialdi Ghiron durante un evento che si è svolto presso l’Aula Fleming della Facoltà di Medicina e Chirurgia. L’obiettivo principale è formare professionisti capaci di fornire assistenza sanitaria e sociale direttamente nei contesti più vulnerabili, affrontando non solo i bisogni immediati, ma anche promuovendo l’inclusione sociale.

L’importanza della formazione per professionisti della salute

Nel corso dell’incontro, Ghiron ha sottolineato quanto sia essenziale preparare figure professionali che possano lavorare direttamente sul campo. “Crediamo sia fondamentale,” ha dichiarato, “formare nuove figure capaci di operare nei contesti più difficili”. Questo approccio mira a garantire che gli studenti acquisiscano non solo competenze tecniche, ma anche una profonda consapevolezza sociale. La medicina di strada, quindi, non si limita ad offrire cure sanitarie di base, ma si propone di costruire un rapporto di fiducia con le persone più vulnerabili, creando opportunità di inclusione e prevenendo l’emarginazione.

Il progetto è scaturito dalla “Notte della solidarietà“, un’iniziativa lanciata dall’assessorato alle Politiche sociali e alla Salute di Roma Capitale. Durante questo evento, che ha visto coinvolti studenti, docenti e personale dell’ateneo come volontari, sono state effettuate rilevazioni sul campo per identificare e conteggiare le persone senza dimora a Roma. Tale esperienza ha reso evidente la necessità di formare i nuovi professionisti non solo in ambito accademico, ma anche nella promozione della consapevolezza e dell’impatto sociale, e ha portato alla creazione dell’incontro “I volti della povertà estrema“.

La medicina di strada come strumento di inclusione

La medicina di strada si distingue per il suo approccio diretto e umano, ponendo l’accento sulla creazione di legami di fiducia e sulla comprensione delle problematiche specifiche delle persone senza dimora. Durante l’incontro, è emerso che questo modello di intervento è fondamentale per avvicinare il sistema sanitario a un segmento della popolazione che raramente ha accesso ai servizi tradizionali. La possibilità di offrire assistenza medica nella propria comunità permette di intervenire precocemente su situazioni di disagio che, altrimenti, rimarrebbero invisibili ai canali istituzionali.

In aggiunta, è stata discussa l’importanza di includere nella formazione accademica tematiche legate alla medicina e all’assistenza di strada. Questo approccio formativo è considerato cruciale per rispondere ai bisogni degli homeless e per sviluppare un curriculum che integri le esperienze pratiche con la teoria. Inoltre, è stato menzionato il recente progresso normativo che garantisce a queste persone l’accesso ai medici di base e all’assistenza sanitaria, un passo significativo verso il riconoscimento dei diritti sociali e l’implementazione di politiche più inclusive.

Collaborazione tra istituzioni e università per un cambiamento reale

Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali e alla Salute di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza della Notte della solidarietà come modello per altri comuni. Con i dati ottenuti durante l’evento, sarà possibile pianificare interventi più efficaci nel campo delle politiche sociosanitarie integrate, mirando a realizzare un’accoglienza adeguata per le persone senza dimora. L’assessore ha dichiarato: “Solo con una responsabilità condivisa tra istituzioni potremo veramente cambiare il volto della nostra città”. Questo incontro rappresenta un ulteriore passo nella collaborazione tra Roma Capitale e l’Università di Roma Tor Vergata, promuovendo un approccio sinergico per affrontare le fragilità sociali.

La prorettrice alle Politiche sociali, Rosaria Alvaro, ha evidenziato come l’Università non si limiti a impartire conoscenze scientifiche, ma si faccia carico di sensibilizzare gli studenti sui diritti sociali, sulla medicina di strada e sull’inclusione. Ha rimarcato che l’impegno deve andare oltre il semplice intervento sanitario, comprendendo anche assistenza psicologica e percorsi di reinserimento. Un intervento olistico è fondamentale per affrontare la complessità della povertà estrema e aiutare le persone a uscire da situazioni di difficoltà.

Momenti significativi dell’incontro

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi relatori, tra cui il rettore Nathan Levialdi Ghiron, l’assessore Barbara Funari, la direttrice generale Silvia Quattrociocche, e il senior statistician della World Bank, Federico Polidoro. Sono stati affrontati diversi temi riguardanti la medicina di strada e l’importanza di costruire una rete di supporto a favore dei più vulnerabili. Il dialogo aperto ha permesso di esplorare ulteriormente le potenzialità di questo approccio integrato, creando opportunità di sviluppo per le future generazioni di professionisti nel settore sanitario.

Con eventi come “I volti della povertà estrema“, l’Università di Roma Tor Vergata ribadisce il suo impegno verso un’educazione civica significativa e un contributo attivo alla società. La medicina di strada rappresenta un filone d’azione promettente nel tentativo di costruire un futuro più giusto ed equo per tutti, dimostrando che l’istruzione e l’impegno sociale possono andare di pari passo per generare cambiamenti concreti.

Condivi su: