L’incremento delle richieste di vaccinazione antinfluenzale sta emergendo come una tendenza significativa in Italia. Secondo Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale , si registra un aumento stimato del 25% in alcune aree e tra specifiche fasce di età. Tuttavia, questo aumento comporta anche sfide logistiche e di distribuzione per i medici di famiglia, i quali mostrano capacità di somministrazione superiori rispetto alle dosi disponibili. L’articolo attuale offre un’analisi completa dei dati e delle problematiche che circondano questa campagna vaccinale stagionale, in un contesto di crescente attenzione alla salute pubblica.
Dati in crescita nelle Regioni
I dati provenienti da diverse Regioni italiane, in particolare Lombardia e Lazio, confermano la tendenza al rialzo delle adesioni alla vaccinazione antinfluenzale. In Lombardia, il numero dei cittadini vaccinati è arrivato a 1.328.108, rappresentando un incremento di 126.645 rispetto allo scorso anno. Nel Lazio, la cifra è di 713.049 vaccinati, con un aumento di 89.089 rispetto all’anno precedente. Questi dati indicano un aumento sostanziale della consapevolezza e dell’interesse dei cittadini verso la vaccinazione antinfluenzale.
Scotti sottolinea come, a dispetto di questo aumento nelle richieste di vaccinazione contro l’influenza, persista una certa resistenza riguardo al vaccino contro il Covid-19. In Lombardia, infatti, solo 191.866 cittadini si sono sottoposti alla vaccinazione contro Sars-Cov-2 quest’anno, cifra che in Lazio arriva appena a 28.535. Questo contrasto nelle tendenze vaccinali potrebbe riflettere la percezione pubblica e le informazioni riguardanti i virus stagionali e il Covid-19, accentuando la necessità di campagne informative mirate.
Le problematiche di distribuzione e approvvigionamento
Nonostante l’incremento della domanda, Scotti avverte riguardo ai potenziali problemi nella distribuzione dei vaccini antinfluenzali. La causa principale di questa situazione sembra essere legata ai contratti di fornitura stipulati a livello regionale, che possono comportare difficoltà nelle consegne. Le Regioni, infatti, hanno sviluppato piattaforme per monitorare la distribuzione dei vaccini, consentendo di registrare i dati di consegna lotto per lotto. Nonostante ciò, l’aumento delle richieste, amplificato da timori legati a un virus influenzale più aggressivo, potrebbe generare carenze temporanee di vaccini.
Scotti fa riferimento ad accordi di gara frazionati tra Regioni che potrebbero complicare ulteriormente la situazione. La necessità di un miglior coordinamento tra i vari soggetti coinvolti nella vaccinazione diventa quindi evidente. Se, ad esempio, un paziente riceve la vaccinazione in farmacia, è fondamentale che il medico di famiglia sia informato tempestivamente per garantire un monitoraggio adeguato delle vaccinazioni.
Necessità di coordinamento nella vaccinazione
L’appello di Scotti si concentra sull’importanza di ottimizzare le risorse attraverso un coordinamento digitale tra i diversi centri di vaccinazione, per affrontare in modo efficace l’alta domanda di vaccini antinfluenzali. I medici di famiglia, secondo Scotti, possiedono forti potenzialità in questo ambito, ma attualmente subiscono limitazioni nella distribuzione delle dosi. È fondamentale che le dosi di vaccino siano allocate in modo più equo tra le farmacie e i medici, affinché questi ultimi possano soddisfare le richieste dei propri assistiti.
Scotti conclude invitando le persone a vaccinarsi, specialmente gli adulti over 65 e i pazienti con patologie croniche. Anche i giovani stanno mostrando un crescente interesse per la vaccinazione, spinti dalla paura di contrarre l’influenza e dalle sue possibili conseguenze. A fronte di queste dinamiche, non resta che attendere l’evoluzione della campagna vaccinale per la stagione influenzale, nel contesto di un quadro sanitario in continua evoluzione.