Un grave episodio di violenza si è verificato l’11 novembre presso l’ospedale di Lamezia Terme, dove il primario del Pronto soccorso, Rosarino Procopio, è stato aggredito da un familiare di una paziente. L’aggressione, avvenuta all’interno del reparto di Osservazione breve intensiva, ha sollevato l’attenzione delle autorità sanitarie e locali, riaccendendo il dibattito su sicurezza e rispetto verso il personale medico.
La dinamica dell’aggressione
Il drammatico evento si è sviluppato durante un colloquio tra il dottor Procopio e i familiari di una donna che stava per essere dimessa. Il primario stava comunicando che il ciclo di osservazione clinica e l’iter diagnostico erano conclusi, permettendo alla paziente di tornare a casa con la terapia necessaria. Tuttavia, uno dei tre parenti presenti ha iniziato a protestare in modo sempre più aggressivo contro la decisione del medico, opponendosi fermamente all’uscita della signora dalla struttura.
Quando Procopio ha tentato di rientrare nella sua stanza, è stato colpito alla schiena con un manganello, che l’aggressore aveva accuratamente nascosto sotto un giubbotto. L’episodio ha lasciato tutti i presenti sconvolti e ha messo in evidenza le preoccupazioni crescenti riguardo alla sicurezza degli operatori sanitari negli ospedali.
Intervento delle forze dell’ordine e indagini
Immediato è stato l’intervento delle forze di sicurezza: il personale della sorveglianza aziendale, insieme all’agente di polizia presente in ospedale, ha prontamente fermato la situazione. Gli agenti del Commissariato, che stavano accompagnando un paziente presso il Pronto soccorso, si sono uniti agli altri per gestire l’emergenza. La Polizia ha avviato accertamenti ufficiali sull’accaduto, mentre l’Azienda sanitaria ha comunicato che si costituirà parte civile nel procedimento contro l’autore dell’aggressione.
Questa azione legale è vista come un passo necessario per garantire la tutela non solo del singolo professionista, ma anche dell’intero personale sanitario, costantemente esposto a situazioni di rischio. La risposta delle autorità è fondamentale per ripristinare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso.
Le reazioni delle istituzioni sanitarie
L’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha espresso la propria solidarietà a Rosarino Procopio attraverso un comunicato. Nel messaggio, è stata enfatizzata la gravità dell’aggressione, definita come un atto premeditato che non può essere giustificato. È stato sottolineato l’importanza di una risposta ferma da parte delle autorità competenti per scongiurare simili episodi in futuro, che danneggiano non solo il personale sanitario ma anche l’utenza che si rivolge agli ospedali per ricevere cure e trattamenti.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha alzato la voce, chiedendo azioni concrete per prevenire violenze all’interno delle strutture sanitarie. Il presidente Filippo Anelli ha espresso il proprio dissenso verso la reiterata richiesta di solidarietà, affermando che ciò che è realmente necessario sono controlli severi per impedire l’ingresso di armi nelle strutture sanitarie. I professionisti del settore reclamano misure di sicurezza più rigorose, per garantire un ambiente in cui gli operatori possano svolgere il proprio lavoro senza subire minacce o attacchi.
In questo contesto drammatico, le istituzioni, il personale sanitario e la comunità si trovano a dover affrontare una realtà preoccupante, in cui eventi violenti mettono a rischio tanto la sicurezza dei medici quanto quella dei pazienti. La richiesta di una soluzione immediata è ora più che mai urgente.