Negli ultimi anni, il tema della qualità dei pasti nelle mense scolastiche italiane ha guadagnato sempre più attenzione. Secondo il 9° Rating dei menu scolastici, pubblicato da Foodinsider e presentato alla Camera, è stato riscontrato un incremento del 44% nella qualità delle pietanze servite agli studenti. Tuttavia, nonostante questa evoluzione positiva, emergono preoccupanti segnali sul cambiamento dell’atteggiamento dei bambini nei confronti del cibo, evidenziando la necessità di approfondire e affrontare il problema.
Miglioramenti nella qualità dei pasti
L’analisi condotta su un campione rappresentativo di circa un terzo delle mense italiane ha dimostrato un significativo miglioramento nel 44% delle situazioni monitorate. Questi risultati sono stati messi a confronto con quelli degli ultimi cinque anni e forniscono un quadro incoraggiante sull’adozione della legislazione chiamata CAM , in vigore dall’agosto 2020. Il focus è stato posto su un aumento della varietà di alimenti disponibili, un maggior uso di prodotti biologici e una preferenza per legumi e prodotti locali.
I Comuni che hanno aggiornato le gare d’appalto, come Trento, Udine, Frosinone, Rieti e Siracusa, hanno registrato i miglioramenti più tangibili. Tuttavia, la percentuale di pasti scartati continua a suscitare preoccupazione, con molti bambini che, nonostante l’introduzione di menu più sani, si rifugiano in opzioni più familiari come la pasta in bianco e il pane, evitando piatti nuovi e più equilibrati.
L’atteggiamento dei bambini verso il cibo
Nonostante i miglioramenti nei menu, l’indagine ha evidenziato un comportamento preoccupante tra gli alunni. Cresce, infatti, il fenomeno degli studenti che hanno paura di assaggiare piatti nuovi. Questo atteggiamento non solo influisce sulle scelte alimentari dei bambini, ma anche sulla quantità di cibo effettivamente consumato. Secondo le statistiche, la qualità dei pasti presentati in mensa non riesce a stimolare l’interesse dei più giovani, portando a un aumento del cibo non consumato e, di conseguenza, a una maggiore quantità di rifiuti alimentari.
In questo contesto, i consumi risultano più elevati nelle scuole che implementano programmi di educazione alimentare, offrendo ai bambini cucine interne e più tempo per il pasto. Un ambiente più tranquillo e la presenza della frutta come spuntino, piuttosto che come conclusione del pranzo, sembrano influenzare positivamente l’appetito dei piccoli.
Il problema del cibo processato e delle sfide future
Il rapporto ha anche messo in evidenza la crescente presenza di cibi processati nelle mense scolastiche. Mentre si registrano progressi con l’inserimento di ingredienti freschi e locali, la percentuale di pasti consumati resta sotto osservazione. Questo fenomeno rappresenta una sfida significativa per le istituzioni, che stanno cercando di comprendere meglio le abitudini alimentari e le scelte degli studenti.
Le situazioni più problematiche si presentano nelle mense che non offrono un programma educativo adeguato e che non riescono a coinvolgere i bambini nel processo di apprendimento riguardante il cibo sano. La mancanza di monitoraggio sull’effettivo consumo dei pasti rende difficile intervenire e migliorare la situazione.
Best practices e progetti per mense più sostenibili
Il rapporto di Foodinsider ha dedicato uno spazio significativo alle best practices nel campo delle mense scolastiche. Tra le iniziative evidenziate, i progetti europei Horizon e le attività delle agenzie regionali per lo sviluppo dell’agricoltura si pongono come modelli da seguire. Al di là degli interventi istituzionali, anche la società civile gioca un ruolo cruciale nel promuovere un’alimentazione più consapevole e sostenibile. A Roma, ad esempio, il Consiglio del Cibo ha proposto l’introduzione di un pasto interamente vegetale al mese, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e sensibilizzare i più giovani verso un’alimentazione più responsabile.
La strada verso mense scolastiche più sane e sostenibili è ancora lunga, ma i progressi compiuti fino ad oggi mostrano che è possibile migliorare la situazione, pur continuando a monitorare e affrontare le sfide che emergono nel rapporto tra i bambini e il cibo.