La crisi della vita sessuale giovanile in Italia: 50% dei ragazzi insoddisfatti

Un sondaggio rivela che solo il 50% dei giovani italiani è soddisfatto della propria vita sessuale, evidenziando disinformazione e difficoltà nel cercare aiuto professionale per problemi intimi.
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In un momento storico in cui la comunicazione e le relazioni sono sempre più mediate dalla tecnologia, emerge un quadro preoccupante riguardo alla vita sessuale dei giovani italiani. Un recente sondaggio condotto dalla Società Italiana di Andrologia in collaborazione con Consumerismo No Profit e Road to Green 2020, ha rivelato che solo la metà dei ragazzi è soddisfatta della propria vita sessuale. I dati, resi noti in occasione della prima Giornata Nazionale per la Salute dell’Uomo, svelano un uso massiccio di chat erotiche e siti pornografici, suggerendo una ricerca di compensazione a delusioni e insoddisfazioni sentimentali.

Un’indagine sul disagio giovanile

L’indagine della SIA ha messo in luce un fenomeno allarmante: molti giovani si trovano a fronteggiare un disagio in solitudine. Infatti, il 73,4% dei partecipanti al sondaggio non ha mai visitato un medico andrologo, evidenziando una carenza di contatti con i professionisti del settore. Le difficoltà in ambito sessuale, quando si presentano, non sempre vengono affrontate con la dovuta attenzione; solo il 30% dei giovani dichiara di voler cercare immediatamente una soluzione, mentre il 14,9% si affida alla rete per trovare risposte. Questo comporta un rischio significativo, non solo per la salute fisica ma anche per quella psicologica, in un contesto dove la disinformazione regna sovrana.

La tendenza a consultare il “dottor Google” invece dei medici potrebbe derivare da una mancanza di fiducia nelle istituzioni sanitarie o da un imbarazzo nel discutere argomenti intimi. Questo riflette anche una cultura del silenzio riguardo alla sessualità, rendendo difficile per i giovani capire la propria condizione e i corretti comportamenti da adottare.

La disinformazione sulla sessualità

Secondo Tommaso Cai, segretario della SIA, c’è una diffusa disinformazione riguardante la sessualità, che si traduce in comportamenti a rischio e in una scarsa educazione alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Solo il 33% dei giovani maschi afferma di usare sempre il profilattico, mentre circa il 70% acquisisce informazioni sulle malattie sessuali attraverso Internet. Questo può portare a scelte inadeguate, non supportate da fonti affidabili.

Il problema è accentuato dal fatto che solo l’8,1% dei giovani ha discusso del tema con un medico. L’approccio informale e poco strutturato che caratterizza la ricerca di informazioni sul web può portare a credenze errate e a pratiche pericolose. La mancata comunicazione con i professionisti della salute fa sì che molti ragazzi affrontino la sessualità senza una guida competente, aumentando i rischi non solo per la salute individuale ma anche collettiva.

Impatti sulla salute e necessità di educazione sessuale

Un’altra preoccupazione sollevata dai dati è l’impatto delle malattie a trasmissione sessuale sulla fertilità maschile. Tommaso Cai ha sottolineato che le attuali generazioni di giovani uomini hanno parametri seminali inferiori rispetto ai loro coetanei degli anni ’90. Ciò suggerisce un legame diretto tra la disinformazione riguardo alle malattie a trasmissione sessuale, come il Papillomavirus umano , e la salute riproduttiva.

In questo contesto, diventa cruciale affrontare la questione dell’educazione sessuale tra i giovani. Riportare alla ribalta tali argomenti nelle scuole e nelle istituzioni potrebbe fornire ai ragazzi le competenze e le informazioni necessarie per affrontare consapevolmente e responsabilmente la propria vita sessuale. In un’epoca dove la tecnologia offre opportunità di apprendimento, è imperativo completare queste risorse con interventi professionali e formativi idonei.

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