Aumenta la preoccupazione per la malattia renale cronica in Italia: solo il 10% dei pazienti è consapevole

Un programma di screening nazionale per la malattia renale cronica in Italia mira a migliorare la diagnosi precoce e sensibilizzare i giovani sulla salute renale, affrontando una crescente sfida sanitaria.
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Negli ultimi anni, la malattia renale cronica ha mostrato un’inquietante diffusione tra la popolazione italiana, con stime che sfiorano il 7%, rispetto a una media globale del 10%. Tuttavia, ciò che emerge con preoccupazione è che solo il 10% delle persone affette è a conoscenza della propria condizione. Queste statistiche sono il risultato di un ampio studio pilota avviato presso l’AOU Consorziale Policlinico di Bari, con il sostegno della Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche e la collaborazione della Società Italiana di Medicina del Lavoro e della Società Italiana di Nefrologia .

L’importanza dello screening

Il programma di screening, ideato per la diagnosi precoce della MRC, è stato fortemente sostenuto dal Presidente della FISM, professore Loreto Gesualdo. L’iniziativa, che si estenderà a livello nazionale, mira non solo a migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma anche a ridurre il carico di questa patologia sul Sistema Sanitario Nazionale . In un contesto in cui la malattia renale è asintomatica nelle fasi iniziali, una diagnosi tempestiva può rappresentare un punto di svolta. La possibilità di intervenire con terapie mirate, cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari è fondamentale per arginare l’evoluzione della malattia e garantire un’assistenza adeguata.

Loreto Gesualdo sottolinea come l’implementazione di questo progetto possa ridurre il numero di pazienti che giungono alla diagnosi solo in stadi avanzati, affrontando così una delle maggiori sfide nella gestione della salute pubblica. Gli obiettivi dello screening sono chiari: identificare precocemente i casi di nefropatia e offrire un intervento che possa fare la differenza, sia dal punto di vista clinico che economico.

Il ruolo della prevenzione tra i giovani adulti

L’iniziativa di screening è rivolta principalmente a una fascia di età giovane-adulta, come affermato da Giovanna Spatari, Presidente della SIML. Secondo Spatari, individuare classi anagrafiche target per interventi di prevenzione è cruciale per migliorare la salute globale della popolazione. La MRC, essendo spesso asintomatica fino a fasi avanzate, richiede una strategia di intervento che preveda screening regolari e campagne di informazione per sensibilizzare i giovani sulla salute renale.

La costruzione di una cultura della prevenzione è essenziale per incoraggiare le giovani generazioni a farsi carico della propria salute. Attraverso il programma di screening, è possibile educare i cittadini sui fattori di rischio e sull’importanza di controlli regolari, affinché possano adottare stili di vita più sani e consapevoli.

Una sfida multidisciplinare

Il progetto pilota avviato al Policlinico di Bari si basa su un approccio multidisciplinare, evidenziando l’importanza della collaborazione tra diverse specializzazioni nel monitoraggio della salute. Antonio Sanguedolce, Direttore Generale del Policlinico, ha sottolineato come questo approccio porti anche alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori, pienamente in linea con la normativa giuslavoristica nazionale.

La sinergia tra servizi sanitari, istituzioni e associazioni scientifiche è il fulcro di questa iniziativa, che intende fornire un supporto concreto a un tema spesso trascurato nella salute pubblica. L’integrazione di diverse professionalità permette di sviluppare una rete capillare di assistenza e consapevolezza, fondamentale per la diagnosi precoce e la gestione efficace della MRC.

La crescente diffusione della malattia renale cronica in Italia richiede un intervento tempestivo e deciso. Il programma di screening rappresenta un’opportunità per migliorare la salute della popolazione e, se implementato con successo, potrà cambiare il corso di questa patologia nel nostro Paese.

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