Roma, 3 ottobre 2024 – In Italia, il diabete colpisce circa 4 milioni di persone, ma solo una su dieci è consapevole dei gravi rischi che la patologia può comportare per il cuore e i reni. Durante il media talk “Diabete Cuore Reni – Le Connessioni Pericolose”, organizzato da Boehringer Ingelheim e Lilly presso Roma Eventi Fontana di Trevi, esperti di diabetologia, nefrologia e cardiologia hanno discusso delle gravi connessioni tra diabete, malattie cardiovascolari e renali, e dell’importanza di una diagnosi precoce e di un approccio terapeutico olistico.
Diabete e rischi cardiovascolari e renali
Il diabete è noto per aumentare il rischio di infarto del miocardio e scompenso cardiaco fino a 2-3 volte rispetto alla popolazione non diabetica. Inoltre, il 40% dei pazienti diabetici sviluppa malattia renale cronica (Mrc), ma solo una minima parte ne è consapevole. Per questo motivo, è essenziale trattare il diabete non solo come un problema glicemico, ma anche come un grave fattore di rischio cardiovascolare e renale.
Salvatore A. De Cosmo, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, ha sottolineato: “Il diabete raddoppia il rischio di eventi cardiovascolari e mortalità legata a infarto e ictus. Il nostro obiettivo è trattare il diabete con un approccio integrato, proteggendo sia il cuore che i reni, e migliorando la qualità della vita dei pazienti attraverso una gestione multidisciplinare.”
Prevenzione e diagnosi precoce
Per prevenire il danno d’organo, è cruciale monitorare regolarmente la funzione renale nei pazienti diabetici attraverso esami del sangue e delle urine. Il presidente della Società Italiana di Diabetologia, Angelo Avogaro, ha spiegato che i livelli elevati di glucosio nel sangue danneggiano i reni nel tempo, soprattutto nei pazienti con ipertensione, condizione che affligge il 95% dei diabetici. “Il monitoraggio costante dei livelli di creatinina e albumina nelle urine può aiutare a diagnosticare precocemente la malattia renale e rallentarne la progressione”, ha aggiunto.
Terapie innovative e approccio multidisciplinare
L’introduzione di farmaci innovativi, come gli inibitori Sglt2, ha rivoluzionato il trattamento del diabete. Questi farmaci non solo migliorano il controllo glicemico, ma offrono anche una protezione significativa per il cuore e i reni, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari e rallentando la progressione della malattia renale cronica.
Secondo Luca De Nicola, presidente eletto della Società Italiana di Nefrologia, “i farmaci Sglt2 inibitori sono stati sviluppati per il trattamento del diabete, ma le recenti Linee Guida dell’Esc raccomandano il loro uso anche per prevenire il danno renale nei pazienti ipertesi o con insufficienza renale moderata”. Questi farmaci, uniti agli inibitori del sistema renina-angiotensina, possono rallentare significativamente la progressione della malattia renale.
La proposta di legge per lo screening proattivo
Un aspetto cruciale della gestione del diabete e delle sue complicazioni è lo screening precoce. La Società Italiana di Nefrologia (Sin) e la Fondazione Italiana del Rene (Fir) hanno sostenuto una proposta di legge, presentata dal vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, per promuovere lo screening proattivo della malattia renale cronica nei pazienti diabetici e ipertesi. Questa legge consentirebbe di diagnosticare precocemente la patologia e di intervenire con le terapie più appropriate per rallentare la progressione della malattia.
Importanza della collaborazione multispecialistica
L’approccio migliore per prevenire il danno d’organo nei pazienti diabetici è una collaborazione multispecialistica tra diabetologi, cardiologi e nefrologi. Solo un monitoraggio completo e regolare dei pazienti può garantire il miglioramento della loro aspettativa di vita.
In conclusione, la malattia renale cronica rimane una delle complicanze più pericolose del diabete, ma con una diagnosi precoce e l’utilizzo di farmaci innovativi, è possibile rallentarne la progressione e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.
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