Nuove molecole peptidiche (miniproteine) in grado di inibire l’ingresso del virus nelle cellule, modificandone la ‘chiave’ che usa per entrare. Arrivano dal lavoro di un gruppo di ricerca italiano dell’Università di Roma Tor Vergata (Michela Murdocca, Federica Sangiuolo, Gennaro Citro e Giuseppe Novelli), dell’Università Magna Grecia di Catanzaro (Isabella Romeo, Francesco Ortuso e Stefano Alcaro), e dell’Università di Brescia (Francesca Caccuri, Antonella Bugatti e Arnaldo Caruso). Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Pharmaceuticals‘, è stato condotto attraverso la piattaforma sviluppata durante il Covid-19.
“L’utilizzo dei peptidi sia a scopo preventivo sia terapeutico nella lotta contro il Covid-19 rappresenta un interessante approccio che garantisce efficacia, specificità e tollerabilità – ricordano gli autori – Infatti, le molecole peptidiche possono essere utilizzate in modo rapido e versatile, e di supporto ai vaccini. Attraverso metodiche computazionali, i peptidi possono essere rapidamente ottimizzati e indirizzati contro le diverse varianti del virus con specificità e accuratezza”.
“La disponibilità di questa piattaforma è cruciale per prepararci a fronteggiare possibili future pandemie da virus patogeni emergenti – afferma Giuseppe Novelli, coordinatore dello studio – proprio per la versatilità e precisione dei peptidi sugli obiettivi biologici identificati come target”.