In un periodo in cui l’influenza aviaria sta attirando l’attenzione globale a causa di alcuni casi negli Stati Uniti, l’Italia rimane vigile ma senza allarmismi. Francesco Vaia, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ha rassicurato la popolazione dopo una riunione critica con il “Gruppo di esperti per la definizione del funzionamento della rete nazionale dei laboratori pubblici umani e veterinari per l’individuazione precoce della circolazione di ceppi di virus influenzali a potenziale zoonotico”.
Monitoraggio attivo e preparazione
Il gruppo di esperti, convocato il 27 maggio dal Ministero, ha il compito di valutare i rischi di diffusione del virus influenzale tra gli animali in Italia e la possibile trasmissione all’uomo. Questo incontro segue la scoperta di infezioni in due persone negli USA, entrambi casi indipendenti ma coincidenti con un’epidemia tra i bovini da latte che sta interessando diversi stati.
Situazione italiana
Contrariamente agli eventi negli USA, l’Italia non ha rilevato casi recenti di influenza aviaria in bovini o umani. L’ultimo caso registrato di influenza aviaria in Italia risale a febbraio di quest’anno, riguardando tacchini da carne. Vaia ha sottolineato che, sebbene l’attenzione sia alta, la situazione attuale non giustifica un’allerta. “Non c’è allarme aviaria in Italia”, ha affermato, rassicurando che il Ministero della Salute e la comunità tecnico-scientifica stanno continuando a monitorare attentamente la situazione a livello nazionale e internazionale.
Differenze nei ceppi virali
Interessante notare, i ceppi del virus influenzale attualmente circolanti negli Stati Uniti differiscono da quelli presenti in Italia, dove non sono stati riportati nuovi casi nel bestiame né tra gli esseri umani. Questa differenza genetica tra i ceppi potrebbe spiegare l’assenza di nuovi casi in Italia, suggerendo una minore compatibilità del virus con gli ospiti locali.
Il sistema di sorveglianza italiano per l’influenza aviaria rimane robusto, con misure di preparazione e risposta pronte ad essere attivate in caso di necessità. Mentre il rischio attuale è basso, il Ministero della Salute continua a consigliare cautela e a promuovere pratiche di bio-sicurezza tra gli allevatori e nelle comunità a rischio. L’informazione e la preparazione sono le migliori difese contro possibili epidemie future.
Ph credit: immagine creata con l’ausilio dell’IA